Più tecnologie, meno rendimento

giovedì 28 maggio 2015


Aumentano le tecnologie, diminuisce il rendimento. Diciamo pure che l’equazione risulta intuitiva, ma questa volta a darne conferma è un accreditato studio portato avanti dalla London School of Economics e curato da Louis-Philippe Beland and Richard Murphy. La ricerca ha focalizzato l’attenzione sulla correlazione esistente tra utilizzo del cellulare durante le ore di lezione scolastiche e il rendimento dei ragazzi.

Non sorprende apprendere che nell’ultimo decennio c’è stato un complessivo calo delle performance negli studenti della high school. Lo studio infatti analizza gli andamenti dei ragazzi di 91 scuole superiori tra il 2001 e il 2013. Agli inizi del nuovo millennio i telefonini (non ancora particolarmente intelligenti) erano scarsamente diffusi tra i minorenni, ed erano casi isolati coloro che li portavano finanche anche a scuola.

Oggi vedere un bambino anche solo di 8 o 10 anni con uno smartphone di ultima generazione è diventato parte della normalità. Ed il fatto che sia loro consentito di portare il device a scuola ha ovviamente innescato un significativo calo in termini di rendimento. Il multitasking non aiuta di certo la concentrazione, e chi scrive lo ha sperimentato personalmente! Le difficoltà più evidenti si manifestano tra i ragazzi di estrazione più bassa, che comunemente riscontrano maggiori problemi nell’apprendimento. Due le considerazioni che possono essere avanzate. La prima riguarda una legge, che, in Italia, vieta l’uso del telefonino a scuola. Si tratta di una norma introdotta dal Ministro dell’Istruzione nel 2007. Sostanzialmente è come se non ci fosse. Ma del resto è prassi consolidata in Italia avere delle norme che vengono puntualmente infrante senza alcuna ripercussione…. E del resto i docenti sono spesso i primi trasgressori. La seconda considerazione riguarda le modalità educative impartite dai genitori di questi adolescenti. Consentir loro di portare uno smartphone a scuola – con cui chattano in modo indiscriminato e in qualsiasi momento della giornata – non è certo dato dalla necessità di avere la possibilità di contattare il proprio figlio. In caso di problemi la scuola dispone di un telefono attraverso il quale comunicare in ogni momento con le famiglie. Probabilmente questi adulti non comprendono quanto sia nocivo questo atteggiamento permissivo, e non certo per l’ora di lezione persa (spesso magari neanche particolarmente interessante), ma per una impostazione più generale, per un senso di rispetto che si dovrebbe insegnare verso chi sta provando a comunicare qualcosa…

In molti casi però gli smartphone, così come altri device connessi, sono una facile strategia di “parcheggio” virtuale dei propri figli. Il progresso tecnologico ha fornito molte importanti risposte, semplificandoci spesso la vita, ma questi nuovi strumenti se non utilizzati con attenzione rischiano di produrre più danni che benefici. L’introduzione di qualche ora di educazione ai nuovi media (e nuovi device) nelle scuole potrebbe essere una soluzione più efficace (e soprattutto più orientata alla consapevolezza) rispetto a strategie di contrasto all’uso del telefonino in classe che, come si sa, spesso non riesce a sortire alcun effetto.


di Elena D’Alessandri