Imbrogli di sinistra più   che economia di mercato

Appalti viziati di sinistra con soldi pubblici, più che economia di mercato, crescita e lavoro. Ruberie, truffe e furberie a danno degli italiani, invece che impegno e lavoro per vincere secondo le regole economiche. Si è da tempo allo stallo sull’etichettatura “Made in” che all’Italia porterebbe crescita e lavoro, ma che è ostacolata e gabbata dall’Europa. Inghilterra e Germania fanno muro e la norma sulla etichettatura delle merci, grazie a questo governo imbelle di sinistra, è slittata ancora in nostro danno.

È dolosamente sempre in stallo il negoziato europeo sul “Made in” su cui si ha, da una parte, schierato il fronte a favore dell’etichetta che dà la tracciabilità dell’origine dei prodotti, di cui fa parte in testa l’Italia seguita da Croazia, Francia, Grecia, Portogallo, Spagna e Polonia, e dall’altra parte i contrari che, pur essendo la minoranza, votandosi a maggioranza qualificata, impongono il loro “no”, cioè i no di Germania, Belgio, Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda e Svezia. Il fronte del “sì” vorrebbe difendere l’etichetta per cinque settori, quali quelli del tessile, dell’arredo, dell’oreficeria, delle calzature e della ceramica, ma il “peso” dell’attuale governo - si ricordi, illegittimo, in quanto mai eletto dagli italiani - è inesistente, e così conseguentemente si comporta l’Europa.

La contrarietà della minoranza dei Paesi contrari nasce dal fatto che sono prevalentemente trasformatori e non certo produttori delle merci, quindi hanno più interesse a tutelare le importazioni dell’industria, e il problema è che lo fanno sulla pelle di tutti i consumatori, anche dei propri, oltre che su quella specificamente nostrana dei Paesi produttori. Ciò è in totale contraddizione con l’esigenza tanto sbandierata quanto impedita del rilancio della crescita e dell’occupazione. Il “Made in” rappresenta solo una norma di buon senso, che riconosce la produzione di chi la fa, ma l’Europa tedesca, guarda caso, non riesce a prendere la decisione di buon senso, negando così ogni tipo di possibile crescita per tutti, a tutela solo degli interessi dei Paesi importatori. Per l’Italia, per noi, il “Made in” è irrinunciabile non solo per aumentare la nostra competitività e la produzione delle nostre imprese, ma anche e soprattutto per il numero di posti di lavoro che si possono creare proprio grazie alla etichettatura “Made In”. Ma il governo di sinistra che l’Italia non ha mai eletto e che ci è stato imposto da Napolitano, così come ha fatto prima con il governo Monti e quello Letta, disconosce industria, produzione e produttività italiane, aduso com’è all’imbroglio e alla truffa. Più che di “Made in” questo governo illegittimo di Renzi & Company è del “Put in”, cioè dell’inserimento di se stesso per sé, vero e proprio accaparramento, trucchi e imbrogli con i soldi di noi tutti.

Si guardi infatti, da ultimo, a quante belle coincidenze rosse. A poche ore dal voto la Regione Liguria ha assegnato un appalto per la costruzione di un ospedale alla Pessina costruzioni, cioè a quel Pessina editore de “L’Unità” - fallita - e alla emiliana Coopservice rossa. In pratica il governo di sinistra, più che di Made in”, è impegnato a distribuire regalìe a chi, di sinistra, aiuta il giornale del Pd e favorisce le cooperative rosse (da cui il Pd, Ds, Margherita, Pci e tutta la sinistra trae linfa elettorale). L’ospedale verrà costruito proprio a La Spezia, feudo elettorale e città natale di Raffaella Paita, candidata sine titulo del Pd; e il valore dell’opera è di 175 milioni di euro, struttura finanziata per due terzi dal ministero della Salute della Lorenzin di Alfano (da cacciare entrambi) e per un terzo dalla Regione.

Insomma, Renzi e Burlando hanno fatto il regalino alla loro candidata. L’appalto firmato Paita porta di fatto soldi a L’Unità e al Pd. Dopo lo scandalo De Luca, quindi, altre porcate anche in Liguria con il mega-appalto per salvare L’Unità. Più che dare crescita, questi figuri ladri al governo rubato destinano soldi pubblici, i nostri, per tenere in vita imprese fallite perché viziate in quanto anti-economiche, anti-mercato. Una sorta di banda dei disonesti cui i percettori dei vitalizi alla Napolitano hanno regalato il potere di tassare e tartassare gli italiani a volontà. Non conoscono né il mercato né alcuna sua regola. Le violano, allo stesso modo di come è stata violata la democrazia con la negazione del voto agli italiani. Mariuoli all’assalto dello Stato italiano, che rovinano e distruggono. Alla gara d’appalto, guarda caso, non ha partecipato nessun’altra cordata se non quella di Pessina, l’amico del premier. In pratica la sinistra del governo illegittimo Renzi gestisce il potere distribuendo regalìe a nostre spese a chi sostiene il Pd, il giornale del Pd e aiutando le cooperative rosse. Una politica non per la gente e per i consumatori, ma per pochi intimi e soprattutto per i soliti noti. Questo è il manifesto di come viene gestita la Regione dalla sinistra.

Aspettare e non cambiare velocemente, mandando a pedate a casa questo governo-imbroglio di sinistra, è attendere che nulla possa più essere recuperato. È necessario oggi ricomporre le regole democratiche, riportare il Paese alla legittimità democratica, alla democrazia e correre nella direzione dell’economia di mercato.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:20