Il Fondo di garanzia salva i risparmiatori

Ecco la prima attivazione in Italia della normativa in vigore dal 2016 sul salvataggio delle banche. La Banca Romagna Cooperativa (Brc), istituto di credito dotato di ventuno sportelli, è in piena liquidazione ed al suo salvataggio stanno concorrendo, in virtù della nuova disciplina europea, i suoi azionisti e risparmiatori.

La banca è nata nel 2008 dalla fusione di due banche romagnole più piccole, ovvero Romagna Centro e Macerone, accumulando perdite per 40 milioni di euro. Fino a poco tempo fa la banca sarebbe stata sanata con soldi pubblici, ma con la nuova normativa il costo del fallimento rimane a carico degli azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100mila euro. La Banca Romagna Cooperativa ha comunque escogitato, “in via volontaria e in assenza di qualsiasi obbligo”, un sistema utile costituendo al suo interno un Fondo di garanzia atto a sollevare gli obbligazionisti da cui, ad esempio, nel caso specifico, si sarebbe cominciato a far valere e ad addossare il salvataggio. In pratica il Fondo rimborserà integralmente ed immediatamente i sottoscrittori dei bond, facendo gravare in parte sui creditori il gravame. L’agenzia Fitch l’ha già rilevato e denunciato.

In altre parole, gli obbligazionisti risparmiatori della Banca Romagna Cooperativa verranno rimborsati di quanto sborsato (per la liquidazione della banca) dagli istituti depositari delle obbligazioni nella Brc medesima, precisamente da Banca Sviluppo, Banca di Forlì, Credito cooperativo e Credito cooperativo ravennate. La liquidazione della Banca Romagna Cooperativa dovrà inserirsi necessariamente in un più ampio riassetto del sistema creditizio in Italia, a cominciare dall’intero credito cooperativo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:19