Ci resta solo Draghi

É l’Europa il vero problema e dentro l’Europa il problema siamo noi, per questo la piazza di Milano prende regolarmente il doppio degli schiaffi delle altre. Il rallentamento dell’economia cinese e la titubanza della crescita americana sono solo una minima parte della crisi, come per certi versi lo è il prezzo da svendita del petrolio. I mercati, infatti, attaccano selvaggiamente e così a lungo quando sentono una puzza di bruciato che va ben oltre le congiunture di America e Cina, che oltretutto sono molto diverse tra di loro.

Figuriamoci, infatti, quanto sia poco credibile la ragione per la quale pochi frazionali di crescita in Cina e un po’ di titubanza sui tassi in America bastino a far scattare il terremoto finanziario più grande degli ultimi anni. Uno sfascio e un attacco al ribasso come quello di queste settimane nasce e muove da ben altre ragioni, salvo poi alimentarsi con tutto il resto dei motivi. Lo stesso Presidente della Bce ha parlato di “cospirazioni” contro l’Euro e l’Europa, e Draghi quando parla difficilmente scivola in equivoci e malintesi, per capire meglio basterebbe ripensare ai suoi continui scontri frontali con la Merkel e con la Bundesbank sulla politica monetaria.

La Germania, del resto, non è nuova a posizioni di prepotenza e di avidità per difendere se stessa sulla pelle degli altri e senza scomodare i drammi della storia, sarebbe sufficiente ripercorrere la nascita della moneta unica e le follie che l’hanno accompagnata, tornate utili solo ai tedeschi. Per loro, infatti, l’Euro non è una moneta di tutti ma, più semplicemente, una divisa che gli appartiene e che va mossa a piacimento al solo fine di trarne vantaggi, guadagni e coperture. É noto a tutti che quando lo spread sale la Germania incassa e più sale e più soldi ci sono per tappare buchi a spese degli altri.

Non è un caso che il sistema bancario tedesco in questi mesi abbia contabilizzato il peso, la dimensione e il rischio di alcune scommesse azzardate fatte in giro per il mondo, cercare di sanarle con i quattrini dei partner, Italia per prima, è la via più facile. Per questo non è fantascienza ipotizzare una manina germanica dietro gli attacchi dei mercati, che poi non sia la sola è ovvio, ma si sa quando si tratta di fare soldi facili gli amici si trovano senza fatica e la speculazione non aspetta altro. Del resto, parliamoci chiaro, solo la Germania dispone di una forza economica così grande da poter interferire, trattare e suggestionare le piazze da ovest a est, dopodiché il panico è come la paglia, si accende subito.

In questo gioco al massacro noi siamo l’anello tanto grande quanto debole della catena: grande perché terza economia europea e debole perché indebitata fino al collo; perciò facciamo gola e rappresentiamo un bocconcino prelibato, facilmente disponibile. La realtà è che vogliono inginocchiarci del tutto, perché commissariare l’Italia significherebbe chiudere i giochi e disporre definitivamente dell’Europa, anche perché la Francia da tempo siede nel vagone tedesco. Sta tutta qua l’incapacità di Renzi e del Governo che, da due anni, anziché fare quel che sarebbe servito ai conti pubblici per evitare l’odierna e pietosa questua di flessibilità in Europa, ha spavaldeggiato senza risolvere nulla, sbeffeggiando e illudendo tutto e tutti, italiani in primis.

Ci resta solo Draghi, “ Santo Mario”, che sappia proteggerci adesso e sbrigarsi poi a sostituire Renzi, è infatti ormai evidente quanto per il nostro Premier sia incomprensibile l’elenco delle cose indispensabili da fare per salvarci dal baratro. Cari amici teniamo duro e speriamo bene.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:42