Grande Depressione 2

Ogni giorno che passa è sempre più chiaro che quella del 2008 è stata una crisi di “preriscaldamento”. Da quell’epoca chi governa l’economia non ha fatto altro che intensificare e accelerare quelle stesse politiche che hanno portato alla crisi otto anni fa: pompaggi monetari e soppressione dei tassi di interesse, rimedi che, applicati a livello globale hanno ridotto in coma le economie. La recessione più severa degli ultimi sessant’anni è andata di pari passo con la truffa monetarista per la quale stimolare l’economia richiede interventi sempre più aggressivi. Dove sta la truffa? Sta, prima, nell’aver abolito il tasso di interesse, poi, averlo trasformato in tassa. L’interesse è il reddito del capitale, come il salario è il reddito del lavoro e la rendita è il reddito della terra. Se si fa scomparire il reddito del mezzo di produzione “capitale”, scompare dal mercato anche il capitale stesso e il risultato è la depressione. Truffa associata alla stupidità di pensare che eliminando il mezzo necessario a creare ricchezza si stimoli la ripresa economica. L’uomo della strada, media, osservatori economici, economisti e affini, mentre guardavano alle banche centrali come a istituzioni miracolose, erano assolutamente ignari del fatto che, le stesse, nella forma subdola e discreta delle politiche monetarie, sfilavano il denaro dalle tasche di tutti per trasferirlo nei mercati finanziari.

Giorni fa l’Agenzia Bloomberg rilevava che negli ultimi dieci anni, a causa della soppressione del tasso di interesse, i risparmiatori americani hanno perso circa 8 trilioni di dollari. Se si considera il resto del mondo dove mediamente si risparmia di più, il reddito perduto per investimenti e consumi è almeno il triplo. Le banche centrali hanno dunque forzosamente estratto il capitale dall’economia reale trasformandolo in valori fittizi nei mercati finanziari i quali hanno perso la loro funzione originaria: essere i canali di trasferimento di fondi dai centri di risparmio ai centri di investimento, il tasso di interesse facendo da tramite. È così che ha avuto luogo il più grande trasferimento di ricchezza della storia, senza però crearne di nuova. Purtroppo il processo è ancora in corso.

Oggi nel mercato finanziario circolano già 10 trilioni di bond a rendimento negativo. La cosa spaventosa è che dai 6 trilioni che erano nel febbraio scorso, in soli quattro mesi sono aumentati del 67 per cento! Un’accelerazione verso il baratro. Un valore di titoli superiore al Pil cinese che dà rendimenti negativi! Bill Gross, ex fondatore di una delle più grandi società di investimento, la Pimco, ha affermato che i tassi negativi hanno creato una supernova. Una stella che quando brillerà causerà la “Grande Depressione Due”.

Intanto sta cominciando la rivolta contro le banche centrali. Dal Financial Times: (“Negative rates stir bank mutiny”): chi presta denaro in Europa e Giappone si sta ribellando contro i tassi negativi e toglie la liquidità dalle banche centrali. La Commerzbank sta esaminando la possibilità di ritirare miliardi di euro dalla Banca centrale europea piuttosto di pagarle la penale di interessi negativi. Il gigante assicurativo tedesco Munich Re dopo aver visto crollare i profitti del 52 per cento durante il primo trimestre, ha già ritirato 10 milioni dal conto Bce per investirli in altre valute e in oro. In Giappone è boom della vendita di cassette di sicurezza per salvaguardare il contante e uno dei più importanti gruppi finanziari è uscito dal club dei 22 dealers che acquistano titoli del debito sovrano giapponese. Sono alcune risposte alla misura idiota dei tassi negativi.

Ora che sta facendo Mario Draghi? Constatato il fallimento del Quantitative easing sui bond sovrani, ha spostato il campo di battaglia sui corporate bonds ossia le obbligazioni di società private varando l’expanded asset purchase programme, intervenendo così direttamente nell’economia privata. Sarà un altro colossale fallimento. Draghi pensa che il ricavato delle emissioni obbligazionarie sia destinato a investimenti. Ma siccome le grandi società europee sono stracariche di liquidità (stante il grave clima di insicurezza mondiale non investono) impiegheranno i quattrini regalati da Draghi per ricomprarsi le azioni e sostenere i corsi dei titoli. Non è un caso che si siano già impennanti abbassando i rendimenti e che quelli relativi a obbligazioni di grandi società come Siemens, Shell, Air liquide, siano negativi. Anche nel settore privato ora! I corsi obbligazionari aumentano e, in corrispondenza, i rendimenti scendono, perché, come è avvenuto nel settore dei titoli sovrani, gli speculatori li rastrellano quando Draghi con mesi di anticipo ne annuncia l’acquisto e glieli rivendono a prezzo maggiorato lucrando sui capital gain, quando il capo della Bce perfeziona l’acquisto. Gli speculatori adorano Draghi perché li rende sempre più miliardari senza colpo ferire. E chi presta i soldi agli speculatori? Ma sempre lui, Mr. Draghi, a tassi praticamente nulli. Senza questo meccanismo simbiotico tra banca centrale e speculazione finanziaria, i bond sarebbero invendibili e il mercato finanziario sarebbe già crollato. Chi terrebbe titoli che danno interessi o dividendi negativi fino alla scadenza? Nessuno sano di mente. Si tengono in portafoglio aspettando solo che un folle li acquisti a prezzi più alti. E questo folle è la Banca centrale europea. Di questa schifezza, nei media, talk-show e in qualsiasi dibattito economico, neppure l’accenno. Ogni settimana si continua a ripetere come ebeti che la ripresa c’è ma è ancora lenta… senza capire quello che accade e che, della ripresa, mancano proprio i presupposti. Il punto è: il meccanismo di trasmissione monetaria, cioè quel percorso che attraverso le manovre sullo stock monetario, sul tasso di interesse, sul mercato del credito e dei cambi (la cosiddetta politica monetaria) dovrebbe impattare sulle variabili reali, ossia produzione e occupazione è ormai saltato: la moneta non si trasferisce più all’economia reale. Impossibile ripristinare il meccanismo: non si può ritrasformare un’omelette in uovo.

L’Euro è ormai una moneta spazzatura (come definire altrimenti una valuta che dà interessi negativi?) e lo sarà fino alla fine dei suoi giorni. Persino il dollaro si rivaluterà e sarà considerato moneta rifugio in rapporto all’Euro; almeno finché la Federal Reserve non applicherà tassi negativi. Ma quando ciò accadrà, la de- dollarizzazione, già in corso, sarà definitiva perché nessun Paese risparmierà in “riserve” negative. Sarà allora che salterà tutto il sistema monetario internazionale basato sul dollaro. Ma non si pensi che ciò avvenga senza passare per una depressione con le conseguenti ramificazioni nel sistema bancario, finanziario e produttivo mondiale. Alla Cina questo scenario era già così chiaro da anni che allestiva il Cips, piattaforma indipendente di pagamenti internazionali alternativa all’attuale Swift, che oggi ha completato ed a cui partecipa l’Eurasia ed i Brics. Con questo sistema è protetta, insieme ai soci, dallo scompiglio generale della prossima crisi e da eventuali sanzioni e blocchi nei pagamenti. Anche se non lo ha ancora annunciato, è diventata il più grande detentore mondiale di riserve d’oro. Ed è con queste due mosse strategiche, concepite con grande anticipo, che il Dragone fra qualche anno riscriverà le regole del nuovo assetto monetario mondiale.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:46