Anno 2017: Odissea della moneta unica

Gli scricchiolii evidenti di Deutsche Bank e Commerzbank potrebbero rappresentare per la Germania, il definitivo stimolo ad accelerare la corsa per la fine dell'Euro e del suo impianto. Allo stato dell'arte, infatti, il problema vero dei due giganti del sistema bancario mondiale è la reale dimensione del contendere e cioè quale sia concretamente la cifra dei derivati posseduti in pancia.

Si tratta di numeri che solo i più alti livelli dei gruppi e del Governo tedesco possono conoscere, stimare, quantificare per mettere a fuoco la soluzione migliore. Ora delle due l'una, o l'esposizione complessiva dei sue colossi è tale da potersi correggere con interventi di semplice ricapitalizzazione e di ristrutturazione interna, oppure, al contrario, serve molto di più. Va da se, infatti, che qualora la misura dei derivati, con i quali le banche tedesche spregiudicatamente, hanno giocato e scommesso in giro per il mondo, fosse tale da non potersi risanare con una pur grande ricostruzione di capitale, l'unica soluzione resterebbe lo scacco matto all'Euro. Infatti, l'implosione o l'esplosione del sistema di moneta unica che coinvolgesse tutti i Paesi d'Europa, notoriamente molto mal messi rispetto alla Germania, creerebbe un polverone tale da consentire ai tedeschi di uscirne al meglio.

Del resto la Germania in quindici anni di Euro si è fatta d'oro, ha accantonato riserve imponenti, generato un enorme surplus, stretto accordi commerciali forti e vantaggiosi nel tempo. Sono questi, tutti elementi di sicurezza e garanzia anche di fronte alle evenienze più rischiose e pericolose, della moneta unica. Oltretutto la Germania da sempre è stata capace ad uscire molto meglio degli altri dai disastri che essa stessa ha provocato e dai quali è riuscita a risorgere da prima in classifica. Sia chiaro, parliamo anche di titoli di merito del popolo tedesco che risaputamente è instancabile, operoso è dotato di una volontà di ferro, anzi d'acciaio. Eppure acconto a questa innegabili virtù nazionali, la Germania ha sempre potuto godere degli inspiegabili errori di ingenuità e di tolleranza dei partner europei.

Ci riferiamo soprattutto agli episodi successivi alla catastrofe della Seconda guerra mondiale, al condono dei danni e dei debiti del conflitto, alla indifferenza verso alcune politiche commerciali, alla stessa nascita dell'Euro. Consentire, infatti, che l'Euro nascesse germano centrico, in un'area che dopo la riunificazione seguita al crollo del muro, vedeva la nazione tedesca come vero colosso d'Europa, è stata una ingenuità imperdonabile. Come imperdonabile è stato accettare che la Banca centrale europea si costituisse sul modello Bundesbank e che i trattati fossero tutti piegati più agli indirizzi e alle esigenze tedesche che del resto d'Europa. Insomma, l'impianto della Unione europea e della moneta unica si è generato e sviluppato intorno alle pretese della Germania che tutti gli altri hanno scioccamente subito e accolto. Era infatti chiaro sin dall'inizio che tutti i paroloni nobili sull'Europa dei popoli, della fraternità, della solidarietà, della libertà, dello sviluppo e della crescita comune, fossero solo zucchero a velo per gli ingenui. Helmut Kohl e i tedeschi sin dalla partenza non avevano alcuna voglia di condividere i problemi, le difficoltà, le necessità e soprattutto i guai economici degli altri Paesi, innanzitutto la Germania.

Parliamoci chiaro, è così che nasce l'Europa, che nasce l'Euro e la Bce, tanto è vero che l'autonomia di Mario Draghi viene oggi vissuta come un problema di cui non si vede l'ora che finisca, in un modo o nell'altro. Ecco perché è possibile che proprio la Germania ponga le basi per la fine della moneta unica, creando in qualche modo le condizioni per far saltare il tavolo, a partire dalla crisi bancaria. Del resto, che si sia arrivati al collo dell'imbuto è evidente, c'è disaccordo su tutto, ognuno tira per se, l'immigrazione è sfuggita di mano e chi può chiude frontiere e rubinetti, l'economia arranca e solo i più forti resistono. Insomma, quella delle banche e del sistema del credito potrebbe davvero essere l'odissea finale dell'Euro e della Ue, una odissea senza Itaca e lieto fine però, perché lo stesso Draghi sta esaurendo, insieme al mandato, le cartucce a disposizione.

Del resto dopo aver inondato di liquidità a costo quasi zero, aver consentito l'acquisto a dismisura di titoli del debito, aver promosso ogni operazione finanziaria non convenzionale, cosa gli resta in un sistema che non accenna a guarire, anzi? L'Europa è sommersa di debiti, divisa su tutto, con Paesi come il nostro vicini al collasso, esposta come mai all'avidità della speculazione, immersa in una crisi politica devastante, esasperata dai disagi e dai conflitti sociali. Siamo insomma ad un passo dalla rottura, questa è la realtà, ecco perché l'Inghilterra se ne è andata e perché tanti altri vorrebbero farlo, ecco perché pur di avvantaggiarsi la Germania potrebbe anticipare tutti. Del resto, primo arrivato meglio servito, chi mena prima mena due volte, prima fai è meglio è, prevenire è meglio che curare, soprattutto sapere è potere e la Germania ne sa più di tutti. Speriamo che non sia, ma il 2017 potrebbe davvero essere l'inizio dell'odissea finale e gli ultimi a capirlo stavolta, di sicuro, non saranno i primi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:24