Apple sogna l’auto che si guida da sola

A ottobre la notizia della rinuncia al progetto Titan aveva destato grande scalpore. Oggi, grazie al documento ottenuto da “VentureBeat”, sito americano specializzato in tecnologia, tutto sembra più chiaro. Niente è perduto e la notizia resa nota qualche mese fa, secondo cui Tim Cook avrebbe messo in cantina la progettazione di un software per gestire la guida delle macchine del futuro, sembra non essere vera.

La conferma, dopo due anni di chiacchiere che avevano fatto impazzire le cronache hi-tech e quelle del settore motori, arriva in una lettera redatta in cinque pagine dal direttore dell’integrità del processo produttivo di Apple, Steve Kenner, indirizzata alla National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa). Nel documento inviato il 22 novembre scorso all’agenzia governativa statunitense, facente parte del Dipartimento dei trasporti e che tra le altre cose è incaricata di stabilire gli standard di riferimento per la sicurezza su strada, si legge: “L’azienda sta effettuando investimenti massicci nello studio del machine learning e dell’automazione e non vede l’ora di sfruttare le potenzialità dei sistemi di apprendimento automatico in molti campi, inclusi i trasporti”.

Tra le righe si evince che la casa di Cupertino intende collaborare con altre aziende e Kenner prosegue spiegando che queste ultime dovrebbero condividere tutte le informazioni relative ad incidenti effettivi ed incidenti sfiorati. Tramite tale condivisione, che dovrebbe includere dettagli in tempo reale sulla cinematica del veicolo, caratteristiche della carreggiata e oggetti incontrati, aggiunge Kenner, “l’industria nel suo complesso può delineare un quadro più completo rispetto a quanto può fare una singola azienda da sola. Questo permetterebbe all’intero settore di progettare sistemi in grado di individuare e rispondere ad un più vasto set di possibili scenari convenzionali e al limite”.

Oltre a rendere pubblico il nuovo progetto, l’azienda diretta da Tim Cook si rivolge alle autorità per richiedere “correttezza” nella concorrenza così da garantire ai nuovi arrivati nel settore automobilistico un atteggiamento che non li penalizzi rispetto ai veterani costruttori. Il direttore precisa infatti che il Fixing America’s Surface Transportation Act (Fast), ovvero il provvedimento di legge dedicato principalmente alla gestione dei trasporti negli Stati Uniti, al momento non consente le stesse opportunità concesse ai produttori già affermati. Nel tentativo di essere quanto più convincenti possibili, un portavoce di Apple ha poi parlato di “significativi benefici per l’umanità derivanti dai veicoli automatici in grado di salvare le vite e potenzialmente prevenire milioni di incidenti d’auto che provocano migliaia di morti ogni anno”.

La casa di Cupertino è chiaramente in cerca di un nuova fonte di ricavi. Il colosso californiano, alle prese con un mercato molto meno governabile del passato, dipende infatti principalmente dal successo dell’iPhone e la concorrenza sembra essere davvero difficile da vincere. Come si legge anche sul Financial Times, “nonostante Apple si stia attualmente concentrando su sistemi che fanno funzionare veicoli automatici, la lettera lascia aperta la porta alla possibilità che Apple decida di progettare e produrre una propria auto, piuttosto che limitarsi a fornire la sua tecnologia a produttori già attivi”.

Dopo l’iPhone, l’iCar.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:20