Autorità Energia: “Distorsioni nelle bollette”

Calano i consumi elettrici in Italia, soprattutto quelli delle famiglie, scesi nel 2016 del 3,5%. Poco importa che il 74% dei clienti italiani, cioè le utenze con consumi sotto i 2.500 Kwh/anno), stia continuando a pagare prezzi inferiori ai clienti medi dell’area euro (-9%): le famiglie continuano a risparmiare anche sull’energia oppure si sono trasformati in piccoli produttori arrivando all’autoconsumo. È il quadro sui consumi delle famiglie italiane che emerge dalla relazione annuale del presidente dell’autorità dell’energia, del gas e dell’acqua, Guido Bortoni presentata ieri a Montecitorio. Sul fronte della chiarezza delle bollette e sulla trasparenza delle voci che la formano sono stati fatti passi avanti, ma evidentemente c’è ancora del lavoro da fare. Il Garante dell’Autorità, vicino al termine del suo mandato (che scadrà l’11 febbraio), ha infatti puntato oggi il dito sia sulle “distorsioni” che colpiscono i prezzi dell’energia, sia sugli “oneri”, più o meno occulti, che l’utente deve pagare per finanziare dagli incentivi alle rinnovabili agli sgravi per le industrie energivore.

“Non possiamo omettere di riscontrare visibili distorsioni. Nel settore elettrico si è generato un gap rilevante tra i prezzi pagati dai consumatori finali nel mercato del dettaglio e i prezzi delle relative commodity sul mercato dell’ingrosso” ha detto Bortoni evidenziando in questo “il segno preoccupante di veri e propri mercati a due velocità”. Quanto agli oneri in bolletta, Bortoni sottolinea come bisognerebbe coniugare “la promozione della sostenibilità ambientale e la promozione della sostenibilità economica dell’energia”. Se infatti, in Italia le fonti rinnovabili hanno assicurato nel 2016 il 37% della produzione totale con poco meno di 108 TWh (ma era il 39% nel 2015 e il 43% nel 2014), più della metà incentivata, con l’incentivo pagato dal comune utente per un totale di circa 13,6 miliardi di euro, coperti tramite la componente A3 della bolletta. Per “migliorare il segnale economico che giunge all’utente” l’Autorità sostiene la proposta già avanzata dal legislatore di “convertire gli oneri generali in prestazione parafiscale sul modello del canone Rai”. Quanto al “bene essenziale” dell’acqua, servizio per il quale una famiglia tipo (di tre persone) spende in media 290 euro all’anno (ma per le famiglie del Centro Italia il prezzo schizza a 344 euro), Bortoni esorta ad aumentare gli investimenti. “L’acqua ha un ingente bisogno di investimenti per tutelare il cliente finale e fornire un bene essenziale di qualità” ha detto. Investimenti che l’Autorità, ha incentivato con il risultato di una “progressione geometrica: erano circa 900 milioni di euro nel 2012, 1,6 miliardi nel 2015, con una stima di raggiungimento di 3,2 miliardi per ogni anno nel quadriennio 2016-2019”.

Aggiornato il 05 ottobre 2017 alle ore 16:30