Fmi a Italia, avanti su Npl, occhio a debito e corruzione

martedì 14 novembre 2017


L’Italia deve andare avanti con lo smaltimento dei crediti deteriorati mantenendo allo stesso tempo alta l’attenzione sul debito, che va ridotto approfittando della ripresa economica in atto in Europa. Confermando le stime di crescita sul Belpaese, con il Pil che accelera quest’anno al +1,5 per cento, il Fondo Monetario Internazionale invita Roma anche a fare di più sul fronte della lotta alla corruzione, individuata come una delle priorità da perseguire. “Gli sforzi vanno rafforzati” su questo fronte, è il messaggio che arriva da Washington.

Nel Regional Economic Outlook sul Vecchio Continente, il Fmi dipinge un quadro positivo per l’Europa, che sta sperimentando una ripresa più forte e ampia con effetti sull’economia globale tramite gli scambi commerciali. Confermando per Eurolandia una crescita del 2,1 per cento nel 2017 e dell’1,9 per cento nel 2018, il Fmi osserva come il Vecchio Continente “è diventato uno dei motori del commercio globale”, con il “contributo dell’Europa alla crescita globale delle importazioni nel 2016-2017 simile a quello di Stati Uniti e Cina insieme”.

Ma se nel breve termine i rischi sono bilanciati, è necessaria mantenere alta l’attenzione nel medio termine, avverte il Fmi premendo per non far scemare la spinta alle riforme strutturali. Servono - è il messaggio - per mettere in sicurezza la ripresa, rafforzando la capacità dell’economia di assorbire eventuali nuovi shock. L’Italia - secondo il Fondo - dovrebbe approfittare dovrebbe approfittare della crescita del Vecchio Continente per ridurre il debito, atteso al 133 per cento quest’anno prima di scendere al 131,4 per cento nel 2018 e al 128,8 per cento nel 2019. Una riduzione che va effettuata, ma non rallentando la crescita in atto, avverte il Fmi, ribadendo un concetto già espresso durante le riunioni annuali di ottobre a Washington. La ripresa europea offre anche l’occasione per accelerare un’azione sui prestiti deteriorati, che continuano a pesare sui bilanci della banche. L’andamento delle vendite dei non performing loan in Italia è “incoraggiante”, ma è necessario - osservano gli ispettori di Washington - andare avanti. Il fenomeno non è solo italiano: i prestiti deteriorati di Eurolandia sono scesi di 160 miliardi di euro dal picco del 2014, ma “lo stock resta elevato a poco meno di 1.000 miliardi di euro”.

E le conseguenze si fanno sentire sull’erogazione di credito, riducendola soprattutto per le aziende. “Il credito delle banche al settore privato è in aumento, spinto dal credito alle famiglie. La crescita del credito alle imprese resta irregolare ed è particolarmente debole nei paesi con un elevato livello di prestiti deteriorati” afferma il Fmi, che in ottobre aveva stimato in pancia all’Italia il 30 per cento dello stock complessivo di crediti deteriorati dell’intera area euro.


di Serena Di Ronza