Federdistribuzione: “Shopper bio da casa? È solo teoria”

venerdì 5 gennaio 2018


“Il fatto che si possano portare da casa sacchetti nuovi per la spesa di frutta e verdura è pura teoria, perché il consumatore per essere in regola dovrà trovare esattamente quelli che si usano nei punti vendita, dello stesso peso, biodegradabili e biocompostabili”. A dirlo all’Ansa è il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, in merito alla vicenda dei sacchetti bio per gli alimenti e alla possibilità che il cittadino possa portare i sacchetti da casa, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti. “Quello che chiediamo ai tre ministeri coinvolti - afferma il presidente di Federdistribuzione - è più semplificazione e più chiarezza per non creare confusione nel consumatore e nei punti vendita”. Ieri il Ministero dell’ Ambiente ha inviato alla Grande Distribuzione una circolare esplicativa delle norme previste in materia ma secondo Federdistribuzione sono ancora tanti i nodi da scogliere, dai controlli al costo dello shopper ultraleggero. 

“Portando il sacchetto da casa - spiega infatti Cobolli Gigli - c’è il problema di verificare che sia integro e conforme a quelli distribuiti nei punti vendita, una cosa che ovviamente non possiamo fare noi; si andrebbe a creare un problema organizzativo incredibile e mille difficoltà per tutti”. Tra i lati non ancora chiariti della vicenda - sottolinea ancora Federdistribuzione - c’è anche quello del prezzo del sacchetto, dove ogni azienda può applicare il costo a patto che sia compreso nel range indicato dalla legge. A questo proposito Cobolli Gigli ricorda che il Mise ha permesso alle imprese di vendere il sacchetto sotto costo e quindi chi compra maggiore quantità può spuntare un prezzo migliore, da qui le possibili differenze di prezzo che si possono trovare alle casse. E ancora sul prezzo il presidente precisa che, “le bilance da sempre sono tarate per pesare al netto la frutta e la verdura, con l’unica differenza che oggi il sacchetto si paga alla cassa”. Cobolli, infine, ricorda che il problema dei sacchetti bio coinvolge, nella stessa maniera i grandi punti vendita, circa 200mila ambulanti e i dettaglianti che complessivamente tra alimentari e non sono quasi 700mila.


di Redazione