Ue e Bce: corsa all’oro

venerdì 12 gennaio 2018


L’Italia è la terza nazione del pianeta per riserve auree, detiene 2.451,80 tonnellate d’oro per un controvalore di 69 miliardi di euro. Nella sua dettagliata relazione la Banca d’Italia rivela che 1.194,40 tonnellate (quasi la metà della riserva) sono stivate nei caveau di Palazzo Koch, a Roma in via Nazionale a Roma. La parte restante è immagazzinata presso i depositi della Federal Reserve di New York. E in parti più modeste l’oro italiano è conservato presso la Banca d’Inghilterra, a Londra, e presso la Banca Nazionale Svizzera a Berna. Presso la Sede della Banca d’Italia le riserve custodite sono sotto forma di monete per 4,1 tonnellate (871.713 pezzi, cosiddetto “oro monetato”) mentre le altre parti sono in forma di lingotti. E qui iniziano i problemi, entro il 2019 la Banca centrale europea dovrebbe pretendere (su espressa richiesta di maggiore integrazione da parte dell’Ue) che tutto l’oro italiano venga consegnato alla Bce. Operazione che verrebbe “consigliata” a tutti i Paesi a regime Euro, e per scongiurare nuove “Brexit”. Una parte dei lingotti italiani sono già stati consegnati alla Bce, componente delle riserve valutarie conferite alla Bce (ai sensi dell’articolo 30 dello Statuto del Sebc, Sistema Europeo Banche Centrali).

Nei documenti di Bankitalia si sostiene che “revisori esteri” già controllano annualmente le riserve auree di Palazzo Koch. Di fatto l’Unione europea intende continuare la guerra al denaro contante anche togliendo agli Stati il possesso materiale dell’oro. E questo perché il passo successivo è colpire i proprietari di oro, ovvero quelle persone che hanno fronteggiato la crisi acquistando oro e preziosi in genere.

“Il denaro contante e l’oro in lingotti - dicono dall’Ue - sono utilizzati per attività criminali, come il riciclaggio o il finanziamento del terrorismo, quindi vanno colpite tutte le tesaurizzazioni che non avvengono in moneta elettronica”. Di fatto Ue e Bce vogliono colpire ogni forma di risparmio, ben guardandosi dal rivolgere accuse a chi investe in Bitcoin e monete elettroniche varie. A Bruxelles hanno deciso di introdurre la facoltà di sequestrare contante  e preziosi se superano il valore soglia dei 10mila euro: per valori superiori s’innescherebbe il sospetto di “presunta attività criminale”. Anche per la moneta elettronica non sarà più possibile l’anonimato, le carte prepagate verranno monitorate e sospettate di far parte della rete del “gioco illegale”.

L’eurodeputato Mady Delvaux aveva detto due settimane fa che “l’Ue lavora a rendere più severi i controlli sul contante, facilitare le ispezioni della polizia transfrontaliera e accelerare il congelamento dei beni e le decisioni di confisca: tutto fa parte del  pacchetto denominato Unione per la sicurezza”.

In pratica l’Ue sta spingendo verso la “tesaurizzazione domestica” chi ancora ha dei risparmi. Persone che prelevano dai propri conti bancari a causa della crescente paura d’azzeramento dei conti, della fuga e volatilizzazione del contante. Il divieto sul denaro contante sta esacerbando gli animi. Le normative Ue si stanno rivelando degne delle “democrazie bancariamente protette”, dittature fiscali e finanziarie gestite dalle alte burocrazie di Unione europea e Bce.


di Ruggiero Capone