Lagarde lancia allarme debito, dazi non sono rimedio

giovedì 12 aprile 2018


Il protezionismo “va evitato in tutte le sue forme”: una guerra commerciale rischierebbe di “fare a pezzi” l’economia globale e questo sarebbe “imperdonabile, un fallimento collettivo”.

È il monito di Christine Lagarde che, dicendosi ottimista sullo stato della ripresa mondiale, lancia l’allarme debito. “È salito a livelli mai visti. Nelle economie avanzate è ai massimi dalla Seconda Guerra Mondiale”. Condivide le preoccupazioni del direttore generale del Fmi anche la Fed: dai verbali dell’ultima riunione di marzo emerge la preoccupazione dei membri della banca centrale, che vendono uno scontro commerciale come un rischio all’economia. Nonostante questo la Fed apre a rialzi più veloci dei tassi di interesse alla luce di un rafforzamento delle prospettive economiche e di una “maggiore fiducia” su un ritorno dell’inflazione al 2%. Al momento non emergono invece preoccupazioni sui dazi sull’acciaio e l’alluminio che, da soli, non sembrano in grado di poter avere un effetto forte sull’economia. A pochi giorni dalle riunioni del Fondo Monetario Internazionale, che si apriranno a Washington la settimana prossima, Lagarde osserva come i dazi, paventati da Usa e Cina e i cui annunci hanno avuto per ora secondo Mario Draghi un impatto non forte, non sono un rimedio per gli squilibri globali: il loro unico effetto + “prodotti più costosi e scelte più limitate per i consumatori”.

L’imposizione di barriere riduce allo stesso tempo il ruolo essenziale degli scambi commerciali nel rafforzare la produttività e quindi nell’alimentare la crescita. Quello che serve - mette in evidenza Lagarde - sono politiche di bilancio e riforme. E serve il dialogo e la cooperazione: “il sistema commerciale multilaterale ha trasformato il nostro mondo nell’ultima generazione. Questo sistema di regole e di responsabilità condivisa è ora in pericolo di essere distrutto”.

Da qui l’invito a “raddoppiare gli sforzi per ridurre le barriere commerciali e risolvere le dispute senza ricorrere a misure eccezionali” come i dazi. Lagarde punta il dito contro gli Stati Uniti di Donald Trump, ma bacchetta anche la Germania e la Cina. “Gli Usa potrebbero aiutare ad affrontare gli squilibri globali riducendo la dinamica della spesa pubblica e aumentando le entrate fiscali” dice.

La Germania potrebbe usare il suo surplus per rafforzare il potenziale di crescita, aggiunge. La Cina dovrebbe migliorare la tutela della proprietà intellettuale e ridurre le distorsioni politiche che favoriscono le aziende di stato, aggiunge. A fronte del protezionismo e del debito alle stelle, le due “nubi scure che si addensano all’orizzonte”, la politica dovrebbe rispondere con “coraggio”. Lagarde cita quindi Henri Matisse per spiegare il suo punto: “la creatività richiede coraggio” dice riferendosi alle scelte che i politici si trovano a dover prendere.


di Redazione