Amazon Prime: superati i 100 milioni di utenti

Sono oltre 100 milioni gli abbonati di Amazon Prime, il servizio di consegna veloce unito alla piattaforma streaming. Lo ha rivelato per la prima volta il patron Jeff Bezos nella lettera annuale agli azionisti. “A 13 anni dal lancio abbiamo superato i 100 milioni di sottoscrittori paganti a livello globale”, ha scritto Bezos.

Dal 2005 ad oggi la società non aveva mai rivelato nulla di Prime, così il mercato si era affidato alle stime degli analisti, i quali pensavano che i clienti iscritti al servizio fossero 90 milioni. Il 2017 è stato un anno record, con oltre 5 miliardi di prodotti consegnati e una crescita senza precedenti dei clienti di Prime, segno che gli investimenti iniziano a pagare. I clienti Prime sono molto importanti per Amazon perché - secondo le ricerche di Consumer Intelligence Research Partners - spendono più degli utenti non Prime: 1.300 dollari all’anno rispetto a 1.000 dollari. Più del 90% degli utenti rinnova la membership annualmente, nonostante eventuali aumenti di prezzo (ora negli Stati Uniti l’abbonamento costa 99 dollari, in Italia è stato annunciato l’aumento da 19 a 36 euro). La lettera agli azionisti contiene altri aggiornamenti sull’attività del gruppo, che opera in 15 Paesi e che nel 2017 ha avuto ricavi per 177,8 miliardi di dollari, in crescita del 30 per cento, e un utile di tre miliardi, sempre in crescita del 30%. Il più interessante è forse l’origine dei ricavi: più della metà arriva per la prima volta da venditori terzi, ovvero da aziende piccole e grandi che usano Amazon per vendere i propri prodotti e gestire il proprio magazzino. L’altra metà arriva da prodotti acquistati direttamente da Amazon e poi rivenduti. Amazon sta diventando quindi una piattaforma globale dell’economia e delle vendite online. La scelta di Bezos di rendere pubblico il numero di abbonati a Prime si presta a varie letture.

È una rassicurazione agli investitori in merito alla sua visione lungimirante di conquistare crescenti spazi di mercato, ma anche in relazione alle minacce di Donald Trump, che dopo raffiche di tweet ha chiesto di avviare una istruttoria sulla società. Il tycoon accusa Amazon di fare soldi a spese delle poste pubbliche e di ridurre sul lastrico il commercio al dettaglio. Ma dietro c’è anche una forte antagonismo politico tra il presidente e l’uomo più ricco e anche tra i 100 più influenti del mondo, come lo ha consacrato oggi anche Time, riconoscendogli il primato tra gli esponenti della Silicon Valley. Un imprenditore proprietario pure di quel Washington Post che martella Trump ogni giorno. Quello di Bezos sembra quindi un monito al tycoon sul valore della membership delle famiglie americane che in un modo o nell’altro conta sul servizio. La crescita dell’impero di Bezos sembra inarrestabile. Ci sono rumors di un possibile acquisto del gigante indiano dell’e-commerce Flipkart, una start-up valutata 11,6 miliardi di dollari che ha il supporto di Microsoft, della cinese Tencent e di Ebay.

Aggiornato il 20 aprile 2018 alle ore 20:10