Rider: ora l’Inps pensa ai contributi

L’Inps difende i diritti dei rider, i fattorini di piattaforme come Foodora che consegnano il cibo a domicilio. L’idea è di seguire i pagamenti effettuati attraverso le app spingendo le società a pagare una quota al sistema previdenziale. Nelle ultime settimane i rider sono scesi in piazza alzando la voce in difesa dei loro diritti e il ministero del Lavoro con Inps e Inail sta cercando delle soluzioni.

“Stiamo lavorando per monitorare i lavori della Gig Economy, dobbiamo affrontare i cambiamenti del mondo del lavoro – spiega il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in un incontro al Salone del Libro per presentare la prossima edizione del Festival dell’Economia di Trento – Vogliamo registrare le transazioni. Questo serve sia a vincolare il datore di lavoro a versare i contributi sia a tutelare i lavoratori per esempio in caso di malattia o maternità. L’obiettivo è registrare quelle piattaforme ed essere noi stessi una piattaforma”.

Boeri spiega che “in altri Paesi del mondo, compresa l’America, si sta cercando di dare una regolamentazione, ma non ci sono finora nel mondo esperienze di successo. Il mondo della Gig Economy, dei cosiddetti lavoretti, è complesso. Crea opportunità di lavoro per chi ha esigenze temporanee di reddito, come per esempio gli studenti che hanno bisogno di grande flessibilità e che quindi non possono avere un rapporto strutturato. Il problema è che nasce come lavoro autonomo, ma ha caratteristiche tipiche di lavoro subordinato – conclude Boeri – Spesso il committente è unico, le modalità non sono tali da coniugare flessibilità con le tutele per i lavoratori. Per questo siamo al lavoro per cercare di definire modalità che ci permettano di monitorare queste piattaforme”.

Aggiornato il 13 maggio 2018 alle ore 13:03