“Pace fiscale” da 3,5 miliardi di euro

mercoledì 8 agosto 2018


La “pace fiscale” a partire dal gennaio 2019. È l’obiettivo del governo gialloverde per consentire ai contribuenti in difficoltà di rimettersi in regola con il fisco. Si tratta di una delle ipotesi su cui sta lavorando l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, in vista della manovra. La misura potrebbe essere inserita anche nel Decreto fiscale collegato, che dovrebbe, anche quest’anno, accompagnare la legge di Bilancio. Il governo sta ancora studiando i dettagli per evitare un rischio “affollamento”. In buona sostanza, da fonti governative si apprende che è necessario scongiurare che la cosiddetta “pace fiscale” si sovrapponga alla rottamazione delle cartelle ancora in corso. Secondo i primi calcoli si potrebbero ottenere circa 3,5 miliardi, utili come coperture, anche se una tantum. Ma qual è l’obiettivo del provvedimento tanto decantato dalla maggioranza M5s-Lega? Riguarda la necessità di consentire ai contribuenti italiani di recuperare un rapporto “più amichevole” con il fisco. Che tradotto vuol dire abbattimento delle cartelle di Equitalia. In particolare, si vogliono rimuovere gli squilibri economici derivanti dalle obbligazioni assunte da parte dei cittadini-contribuenti. Questo obiettivo presuppone un accordo tra amministrazione finanziaria e contribuente.

Uno stralcio del debito tributario in base a percentuali prefissate anticipatamente dal governo che tenga conto della particolare situazione del soggetto debitore. Per il vicepremier Luigi Di Maio, intervenuto su La7, “il saldo e stralcio era anche nel programma del M5s e dice che le tasse si devono pagare, ma se a un certo punto tra le parti più deboli della società c’è chi non è riuscito ed è finito nel vortice Equitalia-Agenzia delle Entrate che non gli permette di ripartire, gli si dice questo: chiudiamola così con un forfettario e puoi ripartire”. Secondo Di Maio, “non si tratta di un condono perché non riguarda i grandi evasori e i potentati del Paese come lo scudo fiscale che serviva a far rientrare i soldi della mafia al 5 per cento. Serve ad aiutare la gente che è rimasta sul campo”.


di Ugo Elfer