Def, Draghi avverte Mattarella: “attenti allo spread”

Mario Draghi avrebbe chiesto a Sergio Mattarella di vigilare attentamente sui conti italiani. Il presidente della Banca centrale europea avrebbe incontrato il capo dello Stato mercoledì 3 ottobre. Come raccontano i retroscenisti, il confronto si sarebbe tenuto al Quirinale. Draghi avrebbe avvertito il presidente della Repubblica dei rischi che potrebbe determinare il Documento di programmazione economica finanziaria. Dopo alcuni giorni di “altalena” dello spread e le tensioni registrate sulle Borse europee, l’ex governatore della Banca d’Italia avrebbe “rappresentato di persona i rischi cui andrebbe incontro l’Italia, nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici”. Draghi avrebbe mostrato tutta la sua preoccupazione. Non solo. Secondo il presidente della Bce, nel governo italiano, si avvertirebbe “una forte sottovalutazione del contesto in cui si sta scrivendo la manovra”. È questa la ricostruzione che viene fatta sui maggiori quotidiani.

Per Draghi, i continui attacchi all’Unione europea costituirebbero “la scommessa dell’ala più radicale della maggioranza”. Ma sarebbero “un bersaglio sbagliato”. Anche perché, secondo la visione dell’economista, “più che l’atteggiamento delle istituzioni Ue, l’Italia deve temere il declassamento da parte delle agenzie di rating che potrebbe provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati”. Il presidente della Bce avrebbe ricordato a Mattarella che il Quantitative easing, il dispositivo con cui la Banca centrale europea acquista titoli di Stato, sarà presto smantellato.

Gli strumenti a disposizione di Draghi sarebbero terminati. Così, dal primo gennaio l’Italia si troverebbe senza alcuna protezione. In caso di difficoltà avrebbe come unico salvagente il ricorso al cosiddetto Omt, lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe l’Italia a concordare un programma con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati”. Lo scenario prospettato da Draghi a Mattarella sarebbe assolutamente inquietante. E ricorderebbe la situazione greca. Per queste ragioni, è probabile che gli “avvertimenti” che Draghi avrebbe pronunciato potrebbero avere spinto il governo gialloverde a limare le stime del deficit: dal 2,4 per cento per il 2019 all’1,8 per cento per il 2021.

Aggiornato il 05 ottobre 2018 alle ore 12:51