Alitalia, Di Maio: “Trovato la quadra”

Una soluzione per Alitalia è vicina. Al vertice di ieri a Palazzo Chigi sarebbe stato trovato lo schema per rilanciare la compagnia di bandiera. Lo ha annunciato il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. “Su Alitalia abbiamo trovato la quadra” ha detto usando un’espressione cara a Umberto Bossi. La “quadra”, ha detto, è stata trovata nel corso della riunione con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Matteo Salvini e i ministri Giovanni Tria e Danilo Toninelli. Sarebbero quindi rientrate le criticità con il ministero dell’economia. Ma a chi gli chiedeva: “Il Mef entrerà nel capitale” della nuova Alitalia? Il vicepremier non ha risposto preferendo evidenziare la parte “privata” della compagine societaria che si sta delineando. “Ci sono tantissimi interessati ad Alitalia, tanti soggetti privati” ha detto. E poi tornando in serata sul tema ha spiegato: ‘‘non voglio nessuno spezzatino, la voglio rilanciare’’. Quindi ha accennato allo schema disegnato nel corso del vertice. “La partnership tecnica fra Fs e Alitalia - ha detto - è il punto di partenza, ma gli investitori arriveranno perché abbiamo dei contatti importantissimi che non vediamo l’ora di farvi conoscere”.

A Ferrovie - spiega - “non ho chiesto soldi” ma l’amministratore delegato nella sua autonomia dovrà lavorare ad un piano integrato di trasporto. Con ogni probabilità quell’ora scadrà il 31 ottobre, termine entro il quale Fs dovrà trasformare la sua manifestazione di interesse in offerta vincolante. Un termine fissato per legge e che il Governo intende rispettare. La stessa norma impone anche il rimborso del prestito ponte di 900 milioni entro 15 dicembre. E proprio su questo ultimo aspetto si concentrerà il Ministero dell’Economia. Secondo fonti vicino al ministero di via XX settembre, durante il vertice il ministro Giovanni Tria sarebbe stato informato a grandi linee dello schema di rilancio dell’azienda riservandosi quindi di consultare Bruxelles per esplorare se la strada intrapresa - in particolare la conversione di parte del prestito in equity per permettere l’ingresso dello Stato, attraverso il Mef, nel capitale Alitalia - sia nel pieno rispetto delle regole europee. In questi termini la presenza pubblica in Alitalia assomiglierebbe a quella dello Stato Francese in Air France.

Quanto ai possibili “privati interessati” i nomi restano sempre gli stessi. Il partner industriale che sembra finora il più probabile è l’americana Delta. Anche se non sembra completamente fuori gioco Lufthansa. Altri nomi probabili sono lo low cost inglese easyJet. Si fa poi il nome di China Eastern. Nel frattempo i sindacati stanno trattando con i commissari straordinari per rendere meno impattante possibile la cassa integrazione, ridurre i numeri (si parla di circa 1.520 unità) e azzerare la cassa integrazione a zero ore.

Aggiornato il 24 ottobre 2018 alle ore 12:05