Allarme spread: rischio “Italexit” per Visco

“Italexit” è un rischio reale a causa dello spread tra Btp e Bund. Lo sostiene Ignazio Visco. Il governatore della Banca d’Italia è convinto che lo spread possa provocare delle “conseguenze gravi”. D’altro canto, secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria, “una crescita del deficit non solo è sostenibile ma è anche responsabile per tirare fuori l’Italia dai postumi di una situazione peggiore della Grande Depressione”. Le opposte visioni sono andate in scena nell’Aula Magna dell’Angelicum della Pontifica Università San Tommaso d’Aquino di Roma, nel corso della 94esima Giornata mondiale del risparmio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attraverso un messaggio inviato ai partecipanti dell’incontro, ha invocato “la tutela del risparmio e l’equilibrio del bilancio pubblico quale condizione essenziale dell’esercizio dell’effettiva sovranità del Paese”. Allo stesso tempo, Visco ha denunciato i rischi di un addio all’euro. Tria ha sostenuto una manovra che dà priorità al rilancio della crescita e giudica “non giustificato” dai fondamentali lo spread italiano a 300. Nel frattempo, l’Istat fotografa una disoccupazione che torna a salire e un terzo trimestre a crescita zero.

Visco ha parlato delle “conseguenze gravi di un prolungato rialzo dei rendimenti”: “difficile” che non colpisca crescita, banche, imprese e famiglie, con un aggravio del costo per finanziare il debito da oltre cinque miliardi e una crescita inferiore all’1 per cento il prossimo anno, contro l’1,5 per cento indicato dal governo nelle sue previsioni. Secondo il governatore, “l’Italia gialloverde” rischia di arenare i negoziati per riformare l’Eurozona e il cui spread sale anche per le incertezze “sull’evoluzione dei rapporti con le istituzioni europee”, per quel rischio di “ridenominazione”, l’ipotesi di uscita dall’euro evocata da esponenti della maggioranza e messa in conto dagli investitori.

Secondo Visco è necessario chiarire la “partecipazione convinta dell’Italia all’Unione europea e alla moneta unica, a discutere con l’Ue ma senza conflitto istituzionale, ma piuttosto in un clima di fiducia reciproca”. Per il ministro dell’economia, “il deficit non peggiorerà. Perché basato sulle stime tendenziali. Proprio questo, invece, è il timore delle istituzioni europee tornate ad sottolineare la “vulnerabilità cruciale” del debito pubblico”.

Aggiornato il 01 novembre 2018 alle ore 14:21