Tim: aperta strada a progetto Governo sulla rete

Fuori Amos Genish, il manager che ancora si opponeva alla separazione proprietaria della Rete, si apre la strada al progetto del Governo. Mossi da interessi diversi alla fine il fondo speculativo americano Elliot, deus ex machina del blitz con cui è stato messo alla porta il manager, e M5S e Lega alla fine si sono ritrovati a braccetto al traguardo. Il fondo vuole liberare valore mentre il Governo vuole accelerare sulla fibra e far uscire dalle secche Open Fiber. Può contare sull’appoggio della Cassa depositi e prestiti - che con il suo 5 per cento in assemblea ha votato per Elliott - ma per ora la Cassa resta alla finestra in attesa di conoscere i punti fermi del progetto, di cui si sa solo che ha come modello quello di Terna, una rete indipendente. Può funzionare, annotano gli analisti, ma resta pura teoria finché non c’è l’emendamento che introduce la Rab (Regulatory Asset Base).

Secondo indiscrezioni di stampa un Cdm potrebbe essere convocato in settimana per integrare il testo del decreto. Vivendi però, primo azionista con il 24 per cento, un investimento da difendere e un progetto - quello di un ponte sul Mediterraneo per le sue attività - a cui non intende rinunciare, non ha ancora fatto le sue mosse. La prima carta da giocare sarà quella dell’assemblea che come azionista rilevante può chiedere sia convocata o integrare l’ordine del giorno (come già abbiamo visto fare ad Elliott) di quella già in calendario sul bilancio trasformandola in una nuova battaglia sulla governance. “Il Governo non comanda” Tim, ha tenuto a precisare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, “siamo contro l’esproprio, gli scontri tra azionisti, come gli scontri ovunque, creano solo danni per tutti e questo vale in tutti i settori”.

Ma ormai lo strappo è fatto. “Stiamo creando le condizioni normative affinché ci sia un vantaggio per tutto il sistema per portare l’Italia nel futuro andando tutti sulla fibra” aggiunge Buffagni, ribadendo quanto già detto dal vicepremier Luigi Di Maio che nel fine settimana ha parlato di un unico player italiano. “Non c’è nessuna volontà di fare espropri proletari, lo faremo dialogando con tutti e pensando ai posti di lavoro. Io credo che entro la fine dell’anno anche il dossier Tim vada chiuso”.

Previsione ottimistica, Vivendi, ora che si vede messo all’angolo anche nella partita con Mediaset, difficilmente si allineerà senza averne un tornaconto.

Aggiornato il 14 novembre 2018 alle ore 11:36