Mobilità sostenibile: la concorrenza può favorire l’ambiente?

La concorrenza può promuovere la sostenibilità nel settore dei trasporti se le politiche ambientali terranno conto della neutralità tecnologica e della pluralità degli operatori. Lo sostiene Maria Paola Vitelli nel briefing paper “Mobilità sostenibile: non mettere tutte le uova nello stesso paniere“.

Lo studio affronta principalmente due questioni. In primo luogo, esso mostra che non esiste una singola tecnologia in grado di determinare una significativa decarbonizzazione del settore dei trasporti. La riduzione delle emissioni si è finora realizzata grazie alla coesistenza di diverse soluzioni tecnologiche (efficienza delle motorizzazioni, carburanti alternativi, biocarburanti, ecc.). Questo suggerisce che “sembrerebbero pagare politiche ambientali informate al principio della neutralità tecnologica, che con gradualità, per esempio attraverso la fiscalità ambientale e standard ambientali convergenti, senza scommettere e investire ingenti risorse su una sola tecnologia”.

Il briefing paper si sofferma successivamente sul caso della mobilità elettrica. Nella misura in cui la politica intende sostenere la diffusione dell’infrastruttura di ricarica, è necessario evitare il consolidarsi di posizioni di monopolio. Pertanto, scrive Vitelli, “la promozione della mobilità elettrica può essere il risultato non di politiche pubbliche ma di autonome strategie commerciali. Ciò presuppone la distinzione tra il servizio e l’infrastruttura, e dunque l’interoperabilità e la terzietà nella gestione di quest’ultima”.

Aggiornato il 15 novembre 2018 alle ore 12:00