Gruppo FS: AAA, competenze cercasi

mercoledì 5 dicembre 2018


Troppe e complesse le questioni pendenti sulla scrivania dell’amministratore delegato di FS. Il 27 novembre scorso ha rassegnato le dimissioni Barbara Morgante dal ruolo di direttore della Centrale Governance Partecipazioni Estere. Barbara Morgante, in FS dal 1998, aveva ricoperto, tra gli altri, il ruolo di ad Trenitalia. Nel Gruppo assicurano che l’uscita della top manager, volto storico dell’Azienda, sia dovuta alle forti tensioni intercorse con il nuovo ad Gianfranco Battisti incapace di gestire competenze forti interne ad FS. Analoghi “malumori” si registrano in RFI dove l’amministratore delegato, Maurizio Gentile, ex candidato eccellente a ricoprire il ruolo di ad dell’intero Gruppo, ha mal digerito la bacchettata che l’appena insediato Battisti, non si è risparmiato di riservargli a mezzo stampa, il 23 novembre. Nel Gruppo non si era mai assistito ad un simile trattamento, neanche ai tempi del “genio irascibile” di Mauro Moretti che, in qualità di ad, non si permise di riservare simili pubbliche stangate neanche di fronte ai più clamorosi errori delle più piccole partecipate FS.

Particolarmente delicata la questione nomine Anas. La Società, partecipata FS, risulta senza amministratori dallo scorso 7 novembre, giorno in cui Gianni Vittorio Armani, ha rassegnato le dimissioni in qualità di amministratore delegato a causa delle vicende che hanno coinvolto la Direzione Estero, presieduta da Stefano Granati, nella gestione degli appalti sui territori del Qatar e della Russia. L’Assemblea per le nomine del CdA Anas, senza amministratori da oltre 25 giorni, dovrebbe svolgersi, dopo 2 rinvii, il 7 dicembre 2018 ma fonti interne ad FS confermano la precisa volontà dell’ad Gianfranco Battisti, di procedere con ulteriore rinvio così da favorire per la poltrona di ad, Paolo Simioni, in uscita da Atac proprio a gennaio 2019.

Il manager trevigiano, in carica da luglio 2017 come Presidente, direttore generale e amministratore delegato della municipalizzata Atac SpA, è intimo di Davide Casaleggio ed impersona tutte le caratteristiche del MoVimento 5 Stelle nonostante un notevole conflitto di interessi con i Gruppi Gavio e Maltauro, per i quali attualmente ricopre la carica di amministratore (in SIAS) e consigliere, in scadenza nel 2020; e nonostante il presunto coinvolgimento nell’indagine “Grande Tagliamento” che la Procura di Gorizia sta portando avanti sulle società SAVE S.p.A., AERTRE S.p.A., Aeroporto di Treviso ed Aeroporto di Venezia che hanno visto continuativamente per oltre 10 anni, quale unico amministratore, lo stesso Paolo Simioni. Il suo arrivo in Anas sarebbe in continuità con l'influenza che il gruppo Gavio esercita da anni su una delle più importanti e strategiche aziende di Stato: Anas. Ciò è emerso evidente in relazione alle attività estere di ANAS.

Si ricorda, tra l’altro, la vicenda citata nell’Atto Senato n. 4-00849 ove espressamente si rammenta che "alcuni approfondimenti sulla gestione di Anas avrebbero evidenziato numerose attività, in contrasto con gli obiettivi sociali di Anas SpA, a favore del gruppo Gavio, principale competitor della stessa Anas in Sud America. I MOU (memorandum of understanding, protocolli d'intesa tra Stato estero ed Anas) poco prima della sottoscrizione sarebbero stati abbandonati su indicazione dell'amministratore delegato di Anas International".

A contendersi la stessa poltrona potrebbero essere anche 2 nomi interni all’azienda. In ballo l’eterno secondo dell’ANAS, Ing. Ugo Dibennardo e l’attuale Direttore Estero aziendale Dott. Stefano Granati, uomo di fiducia dello stesso Battisti e di continuità con gli scorsi management di Ciucci e Armani. L’ulteriore rinvio dell’Assemblea ANAS risulta in perfetta analogia con quanto avvenuto con le nomine FS dove l’eccellente secondo interno al Gruppo, Maurizio Gentile, è stato isolato ad un ruolo operativo così da facilitare la lottizzazione politica per l’incarico di AD a scapito della tanto decantata meritocrazia.

Infine, a due circostanze è difficile dare una spiegazione. La prima: se il Governo è fortemente orientato ad emanare, entro fine anno, il decreto di scioglimento del matrimonio tra FS e Anas, perché l’amministratore delegato di Ferrovie è così partecipe nella scelta della nuova governance di Anas? La seconda: come mai la “questione Simioni” non è stata intercettata dai solerti radar dell’Anac di Raffaele Cantone, pur essendo nota, ad esempio, sin dal 31 marzo 2019 la sua dichiarazione di non essere in possesso dei requisiti di indipendenza quando accettò la nomina di membro del consiglio di amministrazione di SAVE S.p.A.?

Ma se il tavolo dell’ad Gianfranco Battisti è sbilanciato è dovuto anche dal peso del colosso Alitalia in procinto di essere integrato nel Gruppo FS a partire da gennaio 2019.


di Fabio Altamini