La Fed tira dritto: mercati in affanno

La decisione della Federal Reserve viene bocciata dalle Borse globali. La scelta della banca centrale degli Stati Uniti di alzare, per la quarta volta quest’anno, il costo del denaro, ha registrato un chiaro affanno dei mercati. Il presidente della Fed Jerome Powell ha voluto andare avanti nonostante gli strali di Donald Trump. Nell’ultimo attacco, il tycoon aveva chiesto non procedere con la stretta monetaria. Ma la decisione di portare il costo del denaro al 2,25-2,5 per cento era attesa dai mercati. Così la Banca centrale americana ha messo in campo due altri rialzi dei tassi, rispetto ai tre previsti. Tuttavia, Powell non vede minacce nel futuro dell’economia americana. Anzi, saluta positivamente l’aumento dei salari. In ogni caso, ha deciso di tagliare le stime di crescita per il 2019.

Ma l’effetto sui mercati è stato deleterio. Già ieri sera a Wall Street, oggi in Asia e in Europa. Le azioni globali sono così sempre più indirizzate a chiudere il loro peggior trimestre dal 2011 a questa parte. In Europa, a metà giornata Milano si conferma in calo ma si risolleva leggermente al -1 per cento. Parigi cede l’1,4 per cento, Francoforte l’1 per cento e Londra lo 0,4 per cento. Tre titoli su quattro dell’indice Msci Asia Pacific sono andati in rosso e la Borsa di Tokyo ha perso il 2,84 per cento, toccando il livello più basso da un anno e mezzo a questa parte, vittima anche della ripresa dello yen.

Aggiornato il 20 dicembre 2018 alle ore 13:03