Tercas, il tribunale Ue dà ragione all’Italia

“Nessun aiuto di Stato”. È questa la decisione del tribunale Ue a proposito dei fondi concessi dal Fondo Interbancario (Fitd) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014. Dunque, il tribunale europeo, accogliendo il ricorso dell’Italia e della Popolare di Bari (sostenuto dalla Banca d’Italia) ha così annullato la decisione della Commissione Ue “che non ha dimostrato che i fondi concessi a Tercas a titolo di sostegno del Fitd fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane”.

I giudici del Lussemburgo hanno ribaltato la decisione della Commissione, che nel 2015 aveva bocciato l’intervento di sostegno finanziario attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Ora Antonio Patuelli, presidente di Abi (Associazione bancaria italiana), chiede le dimissioni di Margrethe Vestager, numero uno dell’Antitrust europea. Secondo i giudici, il Fondo “ha agito in modo autonomo al momento dell’adozione dell’intervento a favore di Tercas. Non c’è stata influenza o controllo effettivo delle autorità pubbliche al momento delle decisioni. I delegati di Bankitalia che assistevano alle riunioni degli organi “avevano un ruolo puramente passivo di osservatori”. Secondo il deputato forzista Renato Brunetta “riscrive completamente la storia dei fallimenti bancari degli ultimi anni”.

Per il dem Roberto Gualtieri, presidente della commissione Affari economici e monetari dell’Europarlamento, “si tratta di una sentenza storica”. Secondo l’eurodeputato Pd “qualcuno dovrà rendere conto dei gravissimi danni economici e politici all’Italia e all’Europa”. I pentastellati Laura Agea e Fabio Castaldo sostengono che la “Commissione rimborsi tutti i risparmiatori e le banche danneggiate dalle conseguenze delle sue decisioni”. Per il presidente della Banca Popolare di Bari Mario Jacobini è questa pronuncia “ripaga di anni di amarezze e di difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per proseguire l’azione di salvataggio di Tercas, alla quale la Banca ha lungamente lavorato nell’interesse dei risparmiatori”.

Aggiornato il 20 marzo 2019 alle ore 15:58