Rete Tlc pubblica o concorrenza infrastrutturale? Il caso australiano

Nei prossimi mesi, l’Italia potrebbe riportare le infrastrutture di telecomunicazioni sotto il controllo pubblico. Con quali conseguenze? Una possibile risposta arriva dall’Australia, l’unico paese al mondo ad aver costituito una società pubblica con l’obiettivo di unificare le infrastrutture e separarle sotto il profilo della proprietà dall’erogazione dei servizi. L’esperienza australiana è ricostruita da Massimiliano Trovato, fellow dell’Ibl, nel Briefing Paper “Una società della rete per la banda ultralarga? Il caso australiano“.

Il paper, dopo aver ricostruito le vicende che hanno portato alla costituzione del National Broadband Network australiano, confronta gli obiettivi e le aspettative coi risultati effettivamente ottenuti, in termini di penetrazione della rete, prestazioni, prezzi, concorrenza e collateralismo con la politica. “Il giudizio complessivo sul progetto NBN - scrive Trovato - non può che essere netto: tanto nella formulazione inizialmente immaginata dai laburisti, quanto nella versione più modesta definita dai liberal-conservatori, il piano si è tradotto in aggravi di spesa e scadenze fuori controllo, senza peraltro alleviare il profondo ritardo tecnologico in cui l’Australia continua a versare. Inoltre, la convinzione secondo la quale la centralizzazione degli investimenti avrebbe assicurato l’efficienza del progetto si scontra con la realtà dei prezzi praticati da NBN, il cui livello ha rallentato la diffusione dei servizi a banda ultralarga”.

Aggiornato il 02 aprile 2019 alle ore 13:41