Istat: a marzo crescono gli occupati, Italia fuori dalla recessione

Lo scorso mese gli occupati sono aumentati di 60mila unità rispetto a febbraio. Si tratta del +0,3 per cento. Mentre sono cresciuti di 114mila unità su marzo 2018 (+0,5 per cento). L’Italia sembra essere fuori dalla recessione, anche se la crescita è molto modesta. È quanto rileva l’Istat sostenendo che, nel complesso, risultavano occupate 23.291.000 persone. Il tasso di occupazione sale di 0,2 punti rispetto a febbraio al 58,9 per cento. L’aumento si concentra tra i minori di 34 anni (+69 mila unità) mentre sono stabili i 35-49enni e calano gli over 50. Crescono su febbraio soprattutto gli occupati dipendenti “permanenti” ovvero con un lavoro stabile (+44mila).

Rispetto ai minimi di occupazione registrati con la crisi economica (22.142.000 unità a gennaio 2014) si sono recuperati oltre 1,1 milioni di occupati. Per l’Istat il recupero del livello di occupazione rispetto al periodo precedente la crisi (lavoravano 23,18 milioni di persone) si è avuto con un cambiamento della composizione degli occupati. Per le donne si registrano 443mila occupate in più rispetto ad aprile 2008 mentre per gli uomini si segnano 480mila occupati in meno.

Nel primo trimestre dell’anno il Pil italiano (corretto per giorni lavorativi) è cresciuto dello 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. L’economia è così uscita dalla recessione tecnica dovuta ai due cali consecutivi del prodotto interno lordo registrati negli ultimi due trimestri del 2018, entrambi chiusi a -0,1 per cento. Secondo i dati della prima stima flash dell’Istat, su base tendenziale, cioè nel confronto con il primo trimestre 2018, la crescita è stata dello 0,1 per cento.

L’economia italiana, rileva l’Istat, ha registrato “un moderato recupero che ha interrotto la debole discesa dell’attività registrata nei due trimestri precedenti”. Nel complesso, “l’ultimo anno si è caratterizzato come una fase di sostanziale ristagno del Pil, il cui livello risulta essere nel primo trimestre del 2019 pressoché invariato rispetto a quello di inizio del 2018”.

Secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria, “i dati comunicati dall’Istat mettono in evidenza il positivo andamento del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione che scende a marzo al 10,2 per cento”. Da segnalare in particolare, “oltre all’aumento dei giovani occupati e delle posizioni permanenti, il miglioramento del tasso di occupazione che risale al 58,9 per cento, tornando ai livelli massimi da aprile 2018. Numeri che testimoniano la solidità e la tenuta dell’economia italiana”.

Dopo questo segnale positivo, in ogni caso, per Tria “la previsione di crescita annuale (0,2 per cento in termini reali) indicata nel Def può essere raggiunta e anche superata se il contesto internazionale sarà moderatamente favorevole”. Secondo Giuseppe Conte, “l’Italia torna a crescere e questo ci conforta” testimoniando “la bontà della Manovra e delle misure sin qui adottate”. Per il premier, “gli effetti delle misure prese non si sono ancora dispiegati” e quindi “nel secondo semestre di quest’anno l’economia potrà crescere in modo sostenuto: continuiamo a lavorare in questa direzione”.

L’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università cattolica guidato da Carlo Cottarelli ha aggiornato le stime sui prossimi mesi. Viene ipotizzata una crescita allo 0,2 per cento ancora nel secondo trimestre, poi un +0,3 per cento nei restanti due, nell’insieme dell’anno si potrebbe raggiungere un +0,4-0,5 per cento di Pil. Per l’Osservatorio, “resta il fatto che la crescita non è per merito interno, ma dipende dall’andamento delle esportazioni e da come va l’Europa, dove il Pil è cresciuto a velocità doppia: +0,4 per cento nel primo trimestre”.

Per l’Istat, “la prossimità nel 2019 della Pasqua con la festa della Liberazione ha favorito una crescita congiunturale molto più marcata di quella registrata nello stesso mese dello scorso anno (quando la Pasqua era caduta il primo aprile) dei prezzi sia dei servizi di trasporto sia di quelli legati alla filiera turistica (sostenuti anche da eventi come il salone del mobile di Milano), determinandone così l’accelerazione tendenziale. Agli aumenti dovuti a tali fattori si sono poi sommati quelli, seppur contenuti, da una parte dei prezzi dei carburanti, e in particolare della benzina, e dall’altra dei prezzi dell’energia elettrica sul mercato libero”.

Aggiornato il 30 aprile 2019 alle ore 17:35