Taiwan e la richiesta di partecipazione all’Icao

Quest’anno, il 24 settembre, si terrà la quarantesima assemblea annuale dell’Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale (Icao).

L’Icao è stata istituita con l’approvazione della Convenzione sull’aviazione civile internazionale, nota anche come Convenzione di Chicago. Taiwan è uno Stato membro fondatore dell’Organizzazione Icao, ma ne è stato escluso in seguito al suo ritiro dalle Nazioni Unite nel 1971. Il Governo e i 23 milioni di abitanti di Taiwan non hanno così potuto partecipare alle riunioni, alle attività e ai meccanismi dell’Icao, avanzare richieste, produrre innovazione, salvaguardare i propri diritti in materia di sviluppo dell’aviazione civile e contribuire alle innovazioni dell’Icao. L’Ambasciata della Repubblica di Taiwan in Italia chiede a tutti i Paesi di prendere provvedimenti concreti per sostenere pubblicamente la partecipazione di Taiwan alle sessioni di assemblea dell’Icao, in qualità di osservatore. Nel tentativo di comprendere l’importanza del rapporto tra aviazione, diplomazia internazionale e la Repubblica di Taiwan intervistiamo l’Ambasciatore Andrea Sing-Ying Lee.

L’isola di Taiwan è stata tra le fondatrici dell’Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale (Icao). Taiwan ne fu esclusa in seguito al suo ritiro dalle Nazioni Unite nel 1971. Possiamo descrivere cosa è accaduto all’interno di tale contesto internazionale?

Nel 1971, adottando la Risoluzione 2758, le Nazioni Unite hanno riconosciuto la Repubblica Popolare Cinese come unica rappresentante della Cina. Di conseguenza Taiwan è stata esclusa oltre che dall’Onu anche dalle agenzie ad essa collegate, tra le quali appunto l’Icao. La risoluzione di cui parliamo non menziona Taiwan, né in senso generale né tanto meno come parte della Cina Popolare. Tutto ciò ha creato un vuoto giuridico che ha di fatto ha escluso Taiwan dai principali network internazionali, lasciandola galleggiare in una sorta di limbo. Tuttavia, pur non essendo Paese membro delle Nazioni Unite, Taiwan nel 2013 ha preso parte alla 38ª Sessione dell’Assemblea Generale dell’Icao in qualità di membro osservatore, su invito del Presidente del Consiglio dell’Organizzazione, a conferma che Taiwan può far parte della comunità internazionale interessata alla sicurezza dei cieli.

Taiwan ha firmato accordi per la fornitura di servizi aerei con 57 Paesi, riporta il think tank “Imprese del Sud”. A dicembre 2018 c’erano un totale di 92 compagnie aeree che proponevano servizi da e per Taiwan, operando voli passeggeri e merci su ben 313 rotte e generando collegamento per  149 città di tutto il globo. Quale è l’importanza di Taiwan nel settore dell’aereonautica internazionale?

Taiwan è un hub strategico per l’Estremo Oriente e per l’intera Asia, poiché l’isola è una piattaforma naturale posta tra Giappone, Cina, Filippine e Oceano Pacifico. La Taipei Flight Information Region (Taipei Fir), gestita dalla Civil Aeronautics Administration di Taiwan (CAA Taiwan) è una delle oltre 300 Fir presenti nel mondo. Confina con altre quattro Fir (Fukuoka, Manila, Hong Kong e Shanghai) e offre servizi di aviazione di qualità.

Oltre ai dati presentati nella domanda, che confermo, è importante ricordare anche che la FIR Taipei ha servito 1,75 milioni di voli controllati e 68,9 milioni di passeggeri nel 2018. Inoltre, secondo l’Airports Council International, l’aeroporto internazionale di Taoyuan – il principale nel Paese – nel 2017 a livello mondiale si è classificato al decimo posto in termini di volume internazionale di passeggeri e al sesto posto per quanto riguarda il traffico merci. In Asia si è classificato quinto in entrambe le categorie. Le statistiche del 2018 dell’International Air Transport Association mostrano che i vettori di Taiwan (China Airlines ed Eva Air) sono arrivati rispettivamente al 28° e al 37° posto nel volume internazionale dei passeggeri.

L’Isola è molto attiva nell’ambito della ricerca scientifica in rapporto all’aereonautica. Quali sono le novità degli ultimi mesi?

Dal momento che non fa parte dell’Icao, Taiwan deve dedicare più tempo e risorse per soddisfare gli standard internazionali. Solo quando la CAA Taiwan potrà partecipare all’Icao, Taiwan sarà in grado di tenere il passo con gli ultimi sviluppi in modo tempestivo e completo. Tuttavia, nonostante questi evidenti ostacoli, l’avanzamento scientifico di Taiwan nel settore dell’aeronautica è notevole.  Riporto un esempio recente: domenica 1 settembre, il Southern Taiwan Science Park (STSP) ha annunciato di voler rendere la parte meridionale dell’isola un hub dell’industria aerospaziale con una produzione annua di 40 miliardi di NT$ (1,26 miliardi di US$). Lo STSP servirà come base per la progettazione di strutture aeronautiche e moduli spaziali. Tra le aziende che operano nell’indotto, anche la Taiwan Hodaka Technology Co., fornitrice per la Boeing.

Nell’ottica della cooperazione internazionale sull’aeronautica, che rapporti vi sono con la nostra Penisola?

Come in molti settori, anche quello dell’aeronautica vede una cooperazione tra Italia e Taiwan molto forte e in crescita. Ne è prova il fatto che il Governo Italiano ha deciso di includere i passaporti taiwanesi tra quelli che possono utilizzare gli e-gates in Roma e negli altri principali aeroporti italiani, rendendo così più rapido e più sicuro il transito dei passeggeri ai controlli doganali. Inoltre, dal gennaio 2020, un’altra compagnia aerea taiwanese – la Eva Air – aprirà una nuova rotta tra Italia e Taiwan, con quattro voli diretti a settimana tra Milano Malpensa e Taipei. I collegamenti diretti settimanali tra i nostri due Paesi saliranno così a sette, grazie a tre voli già presenti tra Roma e Taipei, effettuati da parte della China Airlines.

Aggiornato il 19 settembre 2019 alle ore 13:22