Ungdcec, Virgillito: “Leggi insufficienti. Mai più scandali come Enron e Parmalat”

venerdì 6 dicembre 2019


“Principi etici dei servizi legali, economici e finanziari alle imprese”. È questo il tema del convegno che si è tenuto stamattina al Grand Hotel Plaza di Roma. Si tratta dell’XI Forum dei giovani professionisti sui principi etici dei servizi legali, economici e finanziari alle imprese promosso dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) e dai Giovani avvocati (Aiga) e dai Giovani notai (Asign). All’incontro è intervenuto l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

“Le contraddizioni nei rapporti fra revisione e consulenza non sono affatto superate e gli interventi normativi sono insufficienti a contrastare le truffe e a far rispettare principi etici: bisogna cambiare le leggi per non far ripetere gli scandali Enron e Parmalat”. Lo ha denunciato Daniele Virgillito, presidente Ungdcec.

Il tema centrale dell’etica nei rapporti economici e finanziari è stato approfondito in occasione del G20 dell’Aquila del 2009 da parte delle principali economie mondiali. “Il decalogo di regole morali scaturito dai lavori del vertice abruzzese e riassunto nell’espressione Global legal standard – precisa Virgillito – riguarda correttezza, integrità e trasparenza che sono la chiave di un’economia che necessita del supporto e della fiducia degli individui. In questo ambito la revisione legale dei conti svolge un ruolo determinante per il raggiungimento dell’obiettivo e secondo noi lo scenario attuale non appare compatibile con i principi del Global legal standard”.

“È urgente un più incisivo intervento da parte di chi legifera e delle autorità sovranazionali, per evitare che gli errori del passato si reiterino, anche perché – fa notare Virgillito – il tema può essere esteso al ruolo degli Ordini e della deontologia rispetto alla tutela della concorrenza”. Dopo lo scandalo del 2001, che portò alla condanna a ventiquattro anni di reclusione per l’amministratore delegato Jeffrey Skilling e pene detentive per le altre figure apicali dell’azienda, il mondo dell’economia iniziò a interrogarsi sui possibili correttivi da porre in essere e nacquero due diverse norme: la prima, statunitense, è il Serbanes oxley act che pone l’attenzione sulle frodi aziendali; la seconda, europea, è la direttiva 2006-43 Ce, recepita in Italia attraverso il decreto legislativo 39-2010. “Ma quello fu solo un inizio”, ricorda Virgillito.

Fra il 2014 e il 2017 nel nostro Paese “abbiamo assistito alla deflagrazione di diversi istituti di credito tra i quali: Cariferrara, Carichieti, Banca Marche, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Tutti istituti che possedevano bilanci esaminati da una delle note ‘Big Four’: le quattro grandi società di auditing che dominano il mercato della revisione”. La cronaca ha poi riportato che la triste fine di queste banche ha messo in ginocchio centinaia di risparmiatori e moltissime imprese, condizionando la stabilità del tessuto economico del nostro Paese. ”Nel tempo, d’altro canto, abbiamo visto l’innegabile e poderosa crescita dei network internazionali della consulenza sia in termini di numero di impiegati sia di sedi, al punto che oggi le Big Four ricoprono complessivamente il 90 per cento del mercato della revisione legale e contabile”. 

“Un’analisi approfondita del settore audit services – spiega Virgillito – è stata condotta recentemente dalla Cma (Competition & markets authority) con riferimento al mercato inglese: i non-audit services rappresentano il 79 per cento dei ricavi complessivi delle Big four e sono molto più remunerativi degli audit services”. Lo studio della Cma conclude con quattro raccomandazioni al governo inglese, illustra il leader dei Giovani commercialisti, “tra le quali spicca quella che suggerisce un operational split tra l’attività di consulenza e quella di revisione, con prospetti finanziari separati e trasparenti, affinché la qualità degli audit aumenti senza alcuna influenza da parte dell’area dedicata alla consulenza”.


di Anna Maria Fasulo