La “Fase due” del governo giallorosso prevede l’intervento sull’Irpef

Giuseppe Conte medita di intervenire sull’Irpef. Come ha più volte annunciato di recente, il premier del governo giallorosso, vuole inaugurare la fantomatica “Fase due”. Vale a dire, l’apertura alle riforme economiche del 2020. Si studia un doppio intervento: sulle tasse e sulle pensioni, da ritoccare per garantire una maggiore flessibilità alle norme, dopo la sperimentazione, in via di esaurimento, di “quota 100”.

L’intenzione del governo sarebbe quella di alleggerire la pressione fiscale sui contribuenti. Con un particolare riguardo nei confronti dei lavoratori dipendenti. Entro la fine del mese, come ha promesso il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, la proposta di riforma delle aliquote Irpef prenderà forma e verrà presentata alle parti sociali.

L’idea dell’esecutivo è evidente: con il taglio del cuneo fiscale si punta a far pagare già quest’anno circa 500 euro in meno di tasse ai lavoratori dipendenti con un reddito inferiore ai 35mila euro. Secondo la legge di Bilancio, il meccanismo dovrebbe scattare a metà del 2020. Nel 2021 lo sconto entrerebbe a regime con un guadagno in termini di minori tasse stimato in circa mille euro. Le risorse sul tappeto sono già state appostate dalla legge di bilancio: 3 miliardi per quest’anno, 5 miliardi nel 2021.

I tecnici del ministero dell’Economia lavorano da anni sulla riforma fiscale. Finora, però, malgrado i numerosi ministri che si sono succeduti, secondo il Corriere della Sera, l’unico vero sgravio dell’Irpef è arrivato con gli 80 euro di Renzi al mese per i lavoratori dipendenti con redditi bassi, fino a 26mila euro. Conte ora vuole passare al “ceto medio” e ai redditi più elevati. Con inevitabili paletti.

Aggiornato il 15 gennaio 2020 alle ore 14:30