Mentre a Bruxelles si discute in Italia si muore

Ancora una volta la riunione dei Capi di stato e di governo dell’Unione europea si è risolta con un nulla di fatto.

L’emergenza ha messo in ginocchio l’economia, presto molte famiglie che vivevano di artigianato, commercio e ristorazione non sapranno più come fare per andare avanti e i partecipanti alle riunioni in Europa tentennano ancora sulle decisioni da prendere, prigionieri della lotta tra rigoristi e sostenitori di politiche monetarie più espansive. Come è sempre stato. La situazione attuale imporrebbe però l’entrata in gioco di quei valori spesso sconosciuti in economia quali solidarietà e umanità che dovrebbero superare l’arido obiettivo contabile. Le famiglie in difficoltà hanno bisogno di aiuti domani.

Si sta ancora a discutere di Omt, Mes, debito e clausole di garanzia. Quel che è buffo, per non dire peggio, è che coloro che affermano di fare ricorso al Mes sanno bene che il Fondo che lo costituisce non è ancora stato completato, quindi per accedervi in modo adeguato gli Stati prima dovrebbero terminare di pagare la quota spettante!

Sembra una barzelletta, ma purtroppo così non è. Il Fondo dovrà avere come capienza finale 750 miliardi di euro, ma al momento è ben lungi dall’averla raggiunta. La quota spettante all’Italia, ad esempio, di circa 125 miliardi, ad oggi è stata versata nella misura del 40 per cento e le somme necessarie all’attuale contingenza sono ben altre.

Per restare all’esempio italiano se si volesse ricorrere all’aiuto del Mes in quantità accettabile, anche senza le rischiose condizioni poste dall’organismo, prima bisognerebbe pagare e poi beneficiare.

Se si vuole mantenere in piedi l’Europa l’unica soluzione è modificare lo Statuto della Bce che al momento impedisce di dare denaro agli Stati, unica strada percorribile. L’articolo 21, infatti, vieta espressamente la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia da parte della Bce o da parte delle banche centrali nazionali, a istituzioni o agli organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di settore pubblico o ad imprese pubbliche degli Stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Bce o delle banche centrali nazionali.

Solo stampando moneta e un massiccio Quantitative easing rivolto agli Stati e non alle banche private invece potrà aiutare l’economia.

Il Nobel Milton Friedman usava la metafora della distribuzione del denaro con l’elicottero per descrivere un aumento dell’offerta di moneta che piove dal cielo.

È quello che ha fatto Donald Trump in un giorno decidendo aiuti per duemila miliardi di dollari.

L’Europa ieri ha ancora preso tempo e forse giungerà a concordare qualcosa fra dieci giorni. Un qualcosa che per divenire operativo necessiterà di altro tempo prezioso, tempo che probabilmente chi ha dato fondo agli ultimi risparmi non ha più.

Aggiornato il 27 marzo 2020 alle ore 12:38