Fisco: le scadenze restano

Il mancato rinvio delle scadenze fiscali rischia di mettere in ginocchio le imprese già fiaccate dalla crisi di liquidità innescata dal coronavirus.

L’allarme arriva da Confcommercio, che aggiunge la propria voce al pressing crescente sul Governo affinché proroghi i termini che imprese e partite Iva sono chiamate ad adempiere. Ma il ministero dell’Economia conferma la propria linea: con un rinvio si rischia un “grande ingorgo fiscale” a settembre, avverte il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, che invita anche ad abbassare i toni.

“Strumentalizzare politicamente la questione dei versamenti dovuti il 20 luglio e fare passare il governo come nemico dei contribuenti è assurdo, se pensiamo a quanto è stato deciso in questi mesi”, ovvero una serie di sgravi fiscali che “valgono complessivamente 7,5 miliardi di tasse in meno nel 2020; 21,2 miliardi nel 2020; 28,5 miliardi annui dal 2022”, spiega l’esponente dem in un lungo post su Facebook in cui elenca “sei punti per fare chiarezza sul tema della proroga dei versamenti”. “Spostare anche i versamenti di giugno (già prorogati al 20 luglio) a settembre creerebbe un grande ingorgo fiscale, in un periodo nel quale tra l’altro i dati puntuali dei versamenti sono necessari per la stesura dei documenti di programmazione economica e finanziaria del governo”, spiega Misiani, annunciando l’intenzione di “riscadenzare”, con lo scostamento di bilancio che verrà chiesto nei prossimi giorni al Parlamento, i versamenti di marzo aprile e maggio sospesi fino a settembre durante il periodo del lockdown.

Le precisazioni del Mef arrivano dopo il polverone scoppiato dopo che venerdì il sottosegretario al Tesoro Villarosa ha confermato la mancata proroga delle scadenze (già rinviate dal 30 giugno e 30 luglio - con maggiorazione dello 0,4% - rispettivamente al 20 luglio e 20 agosto), con i commercialisti arrivati persino a minacciare lo sciopero. Polemiche proseguite anche oggi. “Occorre che si prenda atto di una situazione che, di fatto, vedrà tantissime imprese e tantissimi lavoratori autonomi impossibilitati a procedere ai versamenti nei termini fin qui previsti”, avverte Confcommercio, che già nei giorni scorsi aveva fornito attraverso i numeri (caduta dei consumi del 15% su base annua a giugno e di quasi il 30% nel secondo trimestre) la dimensione della “profonda crisi di fatturato e di liquidità”.

“Rinnoviamo la richiesta al Governo di prorogare le scadenze dei versamenti fiscali per saldo 2019 ed acconto 2020”, chiede Confcommercio che il mancato rinvio rafforzerebbe “il ‘rischio chiusura’. Ed il suo impatto diretto ed indiretto sulla finanza pubblica sarebbe ben maggiore di quello derivante dalla proroga delle scadenze fiscali”. In pressing sul governo anche la politica. “Noi sosterremo qualunque forma di protesta fiscale, di sciopero fiscale delle Partite Iva, degli autonomi e dei commercialisti”, avverte il leader della Lega Salvini, definendo “indegno” un governo che “pretende che domani milioni di italiani paghino le tasse che non possono pagare”.

O si rinvia la scadenza o non si paga, avverte Maurizio Gasparri di Forza Italia, che di fronte al “banditismo fiscale dello Stato” propone una “giusta rivolta popolare”. Sempre da Fi, Anna Maria Gelmini definisce un “raggiro” chiedere il pagamento delle tasse e Sestino Giacomoni torna a proporre “disobbedienza fiscale”, chiedendo al Governo un decreto che sospenda i tributi fino a fine anno. Sostiene infine la protesta dei commercialisti Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia.

Aggiornato il 20 luglio 2020 alle ore 16:51