Persino Christine Lagarde non si capacitava della ritrosia italiana, degli ultimi mesi, nella emissione di nuovi titoli di Stato. Eppure è un buon momento per piazzare obbligazioni. Tanto più che Francia e Spagna nel solo mese di giugno hanno emesso tre volte tanto l’Italia. Purtroppo però, noi ve l’avevamo detto che Roberto Gualtieri avrebbe tirato il freno a mano e volutamente non avrebbe approfittato del vantaggioso Pepp (Pandemic emergency purchase programme) voluto da Lagarde. Troppo semplice. Troppo conveniente. Troppo immediato. L’aver ridotto a lumicino la raccolta dai titoli, ha avuto il solo scopo di esacerbare la nostra necessità di nuove fonti di finanziamento.

In altre parole, a settembre quando saremo alla canna del gas, nonostante il Recovery fund che vedrà la luce l’anno prossimo, saremo obbligati a scegliere l’altra grande fissazione del governo: il Mes. Hanno, dunque, preferito strumenti più complessi, più vincolanti e molto più lenti nella loro applicazione. Ad oggi, con aste mirate e cospicue, avremmo potuto veramente avere un fiume di denaro, potenzialmente superiore alle briciole europee. E senza condizionalità. La storia, prima o poi, dedicherà un capitolo a questi signori e non sarà per niente lusinghiero.

(*) In foto l’avvocato Renato Siniscalchi, esperto di economia e finanza.

 

Aggiornato il 03 agosto 2020 alle ore 13:26