Klm minaccia licenziamenti: “Perdite senza precedenti”

venerdì 7 agosto 2020


La cifra è tonda. Vacanze di grande preoccupazione per 5mila lavoratori della Klm. A tanto ammonta, infatti, il numero di dipendenti e collaboratori che la compagnia aerea olandese (33mila occupati in totale) ha deciso di tagliare entro la fine del 2021 per fronteggiare “una crisi la cui è portata è senza precedenti”, causata dalla pandemia. I tagli, annunciati lo sorso fine settimana, prevedono 1.500 licenziamenti secchi, 2mila partenze volontari e 1.500 mancati rinnovi di contratti a termine. Klm decide dunque di adattare rigorosamente la sua struttura e le sue dimensioni a una ripresa che il management ritiene “molto lunga e piena di incertezze”, almeno cioè “non prima del 2023-2024”.

Lo shock occupazionale, che arriva un mese e mezzo dopo il sì del governo olandese a un aiuto economico di 3,4 miliardi, interesserà fino a 300 piloti, 300 membri dell’equipaggio, 500 personale del personale di terra e circa 400 profili nelle filiali e negli uffici del gruppo Klm-Air France. La compagnia olandese non considera ancora definitivo il numero degli esuberi: alla fine dell’estate i tagli previsti potrebbero aumentare ancora di mille, duemila unità. A fine luglio Klm ha annunciato una perdita, “senza precedenti”, di 768 milioni di euro nella prima metà del 2020, con un numero di passeggeri in calo del 95 per cento nel secondo trimestre: da 9 a meno di mezzo milione. Il gruppo Klm-Air France ha invece registrato nel secondo trimestre una perdita totale di 2,6 miliardi di euro.

Il piano di salvataggio del governo prevede 2,4 miliardi in prestiti bancari garantiti dallo Stato e un prestito diretto di 1 miliardo da erogarsi a rate fino al 2025. La condizione capestro posta dall’esecutivo per ottenere l’aiuto è la riduzione della forza lavoro del 15 per cento, con l’obbligo per i dipendenti con una busta paga superiore al salario minimo di ridursi lo stipendio. Chi è pagato il doppio della media dovrà cedere il 10 per cento, chi guadagna 3 volte il salario minimo dovrà accettare un taglio salariale del 20 per cento.

E sono proprio queste condizioni ad aver avvelenato il clima anche a Bruxelles, che alla fine ha dato il via libera, 2 settimane fa, agli aiuti del governo Rutte, dopo che la Commissione aveva già approvato il pacchetto di aiuti di 7 miliardi deciso da Parigi a favore di Air France, e di 9 miliardi deciso dal governo tedesco per Lufthansa. Secondo il sito flightglobal, tra quelli previsti e quelli già effettuati, alla fine di luglio, i tagli occupazionali avviati dalle compagnie europee sono per ora poco meno di 83mila (per eccesso): 22mila esuberi annunciati da Lufthansa, 6500-7600 da Air France-Hop, 5mila da Klm, British Airways fino a 12mila, 3500 per la Virgin, 5mila per la Sas, 7300 dalla Norwegian Airlines, 12.600 (temporanei) da Tap, 3mila da Ryanair, 4.500 da EasyJet e mille da WizzAir.


di Pierpaolo Arzilla