Marcia indietro per mercato auto Ue: il segno è negativo

mercoledì 18 novembre 2020


Non c’è niente da ridere. Il mercato delle immatricolazioni auto è in negativo nell’Europa occidentale. Lo scorso mese sono state 1.129,223 ovvero il 7,1 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Secondo quanto riferito da Acea – l’associazione dei costruttori europei – nei primi dieci mesi del 2020 le vendite di veicoli sono state 9.696.928 (-27,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019). Sempre a ottobre Fiat Chrysler Automobiles (Fca) è salita in Italia del 12,5 per cento e in Germania (12,8 per cento). Sul versante dei marchi, bene Fiat e Jeep: la prima vede quasi 49.500 vetture l’altra immatricola circa 12.300 veicoli. Guardando gli altri dati, Lancia porta a casa 4.700 immatricolazioni (0,4 per cento) e Alfa Romeo 3.400 (quota dello 0,3 per cento). Bene la Panda (19.400 immatricolazioni, quota 23,1 per cento) e la Cinquecento (14.000, quota 5,4 per cento), grazie alle versioni ibride che catturano l’attenzione in Europa.

Insomma, dopo la crescita di settembre le immatricolazioni d’auto in Europa occidentale tornano in rosso nel mese di ottobre. Segni positivi solo per i mercati di Norvegia (23,6 per cento), Romania (17,6 per cento), Islanda (12 per cento) e Irlanda (5,4 per cento). Tra gli altri mercati, quello italiano non esce con le ossa troppo rotte: il calo è pari allo 0,2 per cento. Allo stesso tempo, il consuntivo dei primi dieci mesi registrato nello Stivale è -30,9 per cento. Questo quanto segnalato dal Centro studi Promotor. Che aggiunge: “In tutti i mercati la domanda di autovetture è oggi influenzata essenzialmente da tre fattori: le limitazioni alle attività economiche e alle libertà personali disposte per contrastare la pandemia, gli effetti sull’economia e sulla propensione all’acquisto di beni durevoli derivanti dalle limitazioni di cui si è detto e gli incentivi varati in quasi tutti i Paesi per sostenere il mercato dell’auto e il rinnovo del parco circolante”. E ancora: “Ovviamente i primi due fattori penalizzano le vendite di auto, mentre il terzo fattore le sostiene. L’impatto dei primi due fattori è stato devastante da marzo a maggio. Da giugno ad ottobre gli incentivi hanno invece consentito di contenere le perdite, che sono state comunque pesanti. Ora è facile prevedere che il ritorno del virus determinerà nuovi crolli a partire da novembre, temperati, ma solo in parte, nei Paesi con sistemi di incentivazione efficace e con stanziamenti adeguati. Non vi sarà invece alcun temperamento dell’impatto del virus nei Paesi con incentivazioni inadeguate. Purtroppo, l’Italia rientra in quest’ultima categoria”.


di Redazione