La regione scandinava: un mercato che ama il prodotto italiano

sabato 21 novembre 2020


Per le imprese italiane un mercato dallo sbocco diversificato e particolarmente interessante è quello della Scandinavia. La crescita in Scandinavia, sostanzialmente omogenea, è determinata da una crescente classe media interessata ai consumi di qualità e attratta dalle eccellenze del made in Italy e dal mercato francese.

Gli Stati della regione scandinava sono sede di un considerevole numero di aziende industriali leader a livello mondiale che necessitano di fornitori di alta qualità in vari settori. Queste aziende sono molto aperte al made in Italy, con una propensione a lavorare con l’Italia e a stabilire forti fidelizzazioni con i partner commerciali. Il quadro generale economico della Scandinavia è molto positivo e in epoca di pandemia sanitaria il governo ha investito una crescente liquidità per la crescita delle imprese. Negli ultimi mesi vi è stata una leggera flessione dei casi di contagio, ma l’economia regionale è stabile. I numeri dei consumi e la crescita dell’impresa registra un bilancio sistematico e positivo. La regione della Scandinavia si caratterizza per la presenza di quattro regioni che hanno adottato politiche diverse in rapporto alla reazione governativa e commerciale con le problematiche del coronavirus.

In Finlandia, Norvegia e Danimarca i numeri dei contagi sono statisticamente bassi, mentre in Svezia i contagi hanno registrato una crescita nel corso delle ultime settimane. Un’economia che generalmente appare comunque stabile e orientata a nuove prospettive. Nella regione diversi sono gli approcci e le formule per l’internazionalizzazione delle imprese. Generalmente, si può procedere con un classico contratto di distribuzione o con l’inclusione nella propria progettualità di un agente per il mercato estero oppure procedere all’apertura di una società locale o ad una forma mista di collaborazione che può permettere una totale penetrazione nel mercato locale. In Scandinavia i rapporti che si avviano con i propri partner puntano alla durata e restano a lungo in vita. Nell’azione economica delle imprese, la fiducia rappresenta un elemento essenziale da curare, ricercare e continuamente coltivare. La Danimarca rappresenta un bacino per sviluppare business nel mondo della meccanica e dell’automotive e anche in tale contesto la fiducia con i partner esteri può generare contratti di durata ventennale. In Norvegia, invece, l’Istituto statistico norvegese ha comunicato che nel terzo trimestre il Pil è cresciuto del 4,6% su base sequenziale, dopo il declino del 4,7% del precedente periodo. Il Pil della Norvegia continentale è invece cresciuto del 5,2% dopo la contrazione del 6,0% del secondo trimestre, in linea con le attese degli economisti. La Norvegia ha importato prevalentemente macchinari industriali per 11,9 miliardi di dollari (13,8% del totale), veicoli (10,4 miliardi pari al 12,1%), apparecchiature elettroniche per 8,7 miliardi di dollari (10,1%), minerali fossili (5,5 miliardi per il 6,4%) ed articoli in ferro e acciaio per un valore di 4,5 miliardi (5,2%). In tutta la regione scandinava, una grande attenzione va emergendo in rapporto ai prodotti alimentari biologici, all’agroalimentare di qualità e al food italiano.

La qualità delle imprese agroalimentari italiane è molto apprezzata in Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia. La flessibilità di adattamento delle imprese italiane e il brand dei prodotti italiani sono apprezzati e per evitare rischi economici nell’intraprendere attività di export è importante lavorare ad una buona pianificazione iniziale, sia in termini legali che fiscali. Adattarsi agli adempimenti giuridici dopo aver scelto con attenzione il percorso di internazionalizzazione più adatto alle dinamiche della propria struttura aziendale.

Commerciare con il mondo scandinavo vuol dire attenersi a delle regole precise, rafforzare la promozione delle qualità del proprio prodotto o servizio ed evitare di avere un approccio commerciale troppo aggressivo, ottimizzando al meglio la collaborazione tra fornitori e aziende. L’approccio è quello di rispettare le barriere culturali avendo presente che molte società hanno numerosi giovani alla guida manageriale e quindi non bisogna mai sottovalutare gli incontri di business che possono avvenire con giovani professionisti.

Dal punto di vista fiscale possiamo registrare autorità molto aperte e cordiali nel fornire informazioni, chiarire dubbi, abbattere burocrazia e fornire documentazione. Nel contesto scandivano vi è la possibilità di avere un partner istituzionale che segue le norme fiscali dell’impresa ma al contempo bisogna evitare di non rispettare le scadenze. Il mancato rispetto delle norme fiscali può generare problematiche importanti. Per le imprese è importante comprendere se l’azienda ha le caratteristiche per accedere a tale mercato e rispettare i meccanismi di fiducia reciproca che caratterizzano il commercio scandinavo. Avere una precisa strategia di business e predisporre prima un buon business plan è la chiave di accesso ai mercati scandinavi.

Conoscere e comprendere le logiche valutarie è altro aspetto da non sottovalutare, così come avere conti correnti in moneta locale può essere utile per avviare nuove e proficue partnership sia in rapporto allo sviluppo di un business locale che alla distribuzione commerciale. Legarsi con partner locali con accordi commerciali è una buona strategia e risulta vincente. Le fiere locali sono state rimandate al 2021 e si sta sviluppando ulteriormente l’e-commerce anche per gli affari con l’estero. D’altronde, il commercio elettronico in Scandinavia risultava molto attivo anche prima della pandemia sanitaria. Errore da evitare è quello di pensare di stipulare un accordo economico con un unico agente commerciale per tutti e quattro i Paesi dell’area. Il rischio è quello di inciampare in problematiche di sviluppo del network commerciale sia per questioni culturali che per la regolamentazione giuridica. La Scandinavia è una regione interessante e degna di attenzione con la quale intrattenere relazioni economiche e commerciali.


di Domenico Letizia