Conti economici trimestrali: Istat rivede il Pil al ribasso

martedì 1 dicembre 2020


“Nel terzo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo (Pil), “espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 15,9 per cento rispetto al trimestre precedente ed è diminuito del 5 per cento nei confronti del terzo trimestre del 2019”. È quanto riportato da una analisi dell’Istat. Non solo; il dato sulla crescita congiunturale del Pil diffuso il 30 ottobre 2020 “era pari al 16,1 per cento mentre il calo tendenziale era del -4,7 per cento. Il terzo trimestre del 2020 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2019. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -8,3 per cento”.

Rispetto al trimestre precedente, “tutti i principali aggregati della domanda interna risultano in crescita, con un aumento del 9,2 per cento dei consumi finali nazionali e del 31,3 per cento degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 15,9 per cento e del 30,7 per cento – è riportato nella relazione – la domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente per 13 punti percentuali alla crescita del Pil: +7,5 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, +5,3 punti gli investimenti fissi lordi e +0,2 punti la spesa delle Amministrazioni pubbliche”,

Tra le altre cose “la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 1 punto percentuale, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato positivo e pari a 4 punti. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi cresciuti rispettivamente dello 0,2 per cento, del 33,1 per cento e dell’11,9 per cento”.

Secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) dopo il calo del 2020 il Pil dell’Italia crescerà al 4,3 per cento nel 2021 e al 3,2 per cento nel 2022: questi i dati riportati nelle Prospettive economiche pubblicate oggi a Parigi. Per l’Ocse i servizi si riprenderanno “più lentamente poiché la domanda interna e il turismo rimarranno deboli fino a quando un vaccino efficace non sarà ampiamente diffuso”. Tutto ciò “aggraverà il mercato del lavoro e le disuguaglianze regionali”.


di Redazione