Next Generation Eu, piano per la ripresa: linee guida e obiettivi

Il Next Generation Eu è lo strumento concordato dai leader dell’Unione europea nel luglio 2020 per intervenire sui seguenti tre macro-settori con risorse complessive pari a circa 750 miliardi di euro:

- il mercato unico, l’innovazione e l’agenda digitale (132,8 miliardi);

- la coesione, la resilienza e i valori (377,8 miliardi);

- le risorse naturali e l’ambiente (356,4 miliardi).

Gli Stati che vorranno beneficiare dei finanziamenti dovranno presentare i propri Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) alla Commissione europea entro il 30 aprile 2021. Per l’Italia il Consiglio dei ninistri ha approvato il Pnrr lo scorso 12 gennaio. Il documento sintetizza le linee di intervento che impiegheranno i 209 miliardi (tra prestiti e sussidi) previsti per il nostro Paese (e che ne fanno il principale beneficiario). Il Pnr si sviluppa secondo tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Nell’ambito di questi settori sono declinate sei missioni che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento:

missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;

missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica;

missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile;

missione 4: istruzione e ricerca;

missione 5: inclusione e coesione;

missione 6: salute.

Le missioni, a loro volta, raggruppano 16 componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Ciascuna di queste componenti è articolata, infine, in Linee di intervento (per un totale di 48) per progetti omogenei e coerenti. Mediante il raggiungimento degli obiettivi contenuti nelle missioni, il Pnrr si propone di raggiungere anche tre macro-obiettiviorizzontali”, secondo un approccio integrato: la parità di genere, l’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e la coesione sociale (con particolare attenzione al Mezzogiorno).

La necessità di devolvere buona parte delle risorse finanziarie verso progetti finalizzati alla tutela dell’ambiente traspare già negli “Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024” in cui l’attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, prevedeva la necessità di attivare una sorta di Green deal europeo attraverso il quale ridurre l’impatto climatico. Gli strumenti previsti per conseguire questo risultato sono la minimizzazione delle emissioni di carbonio e l’avvio di una economia circolare basata sull’uso di tecnologie pulite.

La missione con il più ampio stanziamento di risorse nel Pnrr è quella legata alla rivoluzione verde e transizione ecologica, alla quale sarà destinato più del 31 per cento dell’ammontare complessivo del Piano (per un totale di 69,8 miliardi di euro) da spendere sulle seguenti componenti: efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, transizione energetica e mobilità locale sostenibile e, per ultima, tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica. Inoltre, circa 7 miliardi saranno destinati alla componente impresa verde ed economia circolare, che ha come obiettivi, da un lato, la promozione della sostenibilità ambientale nella filiera dell’agricoltura e il miglioramento della competitività delle aziende agricole e, dall’altro, la realizzazione di nuovi impianti per la valorizzazione dei rifiuti per il completamento del ciclo e l’ammodernamento di quelli esistenti (per un processo di graduale decarbonizzazione).

(*) Dottore Commercialista, dottorato di ricerca in economia e socio Aidr

Aggiornato il 24 febbraio 2021 alle ore 11:44