Smart Export e la rinascita delle imprese italiane

L’export è divenuto il volano per eccellenza per la ripresa economica e commerciale delle attività delle piccole e medie imprese della nostra Penisola. A tal riguardo, risulta molto interessante l’annunciato lancio del progetto Smart Export – l’accademia digitale per l’internazionalizzazione, coordinato e promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Agenzia ICE e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). L’evento si svolgerà in modalità digitale il 10 marzo con la partecipazione del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e della Ministra dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa. Durante i lavori sono previsti gli interventi del Presidente dell’Agenzia ICE, Carlo Ferro, del Presidente della CRUI, Ferruccio Resta e dei rappresentanti delle cinque Business School che sono parte attiva dell’iniziativa: Bologna Business School, Federica Web Learning – Università di Napoli Federico II, Luiss Business School, MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business e SDA Bocconi School of Management.  

Il progetto risulta estremamente interessante poiché con Smart Export, le aziende, i professionisti, gli export manager e i consulenti di impresa, che operano a sostegno dei processi di export delle imprese italiane, potranno beneficiare gratuitamente di sei percorsi mirati di alta formazione accademica interamente fruibili digitalmente, curati dalle Business School elencate, dai formatori dell’Agenzia ICE e con al centro le tematiche inerenti il mondo dell’internazionalizzazione.

Le esportazioni italiane hanno registrato una tendenza crescente negli ultimi anni e i principali mercati di destinazione rimangono la Germania la Francia e gli Stati Uniti. Nonostante la tendenza positiva, il peso delle esportazioni attivato dai canali digitali come l’eCommerce o l’Electronic Data Interchange resta ancora relativamente poco praticato dalle imprese italiane. Tutto ciò riguarda sia gli scambi che avvengono fra le aziende (B2B) che per quelli che avvengono tra produttore e consumatore finale (B2C). La vendita attraverso il canale dell’eCommerce è solo l’ultimo passo della filiera produttiva.

Le soluzioni digitali che le imprese dovrebbero praticare per aumentare la propria vocazione all’export possono essere individuate dallo sviluppo di nuovi prodotti, al marketing e alla logistica distributiva.

Soluzioni innovative a supporto delle attività logistiche. Queste vanno dai software a supporto della gestione delle scorte e del processamento degli ordini, alle soluzioni volte ad aumentare la visibilità lungo la filiera e la tracciabilità delle spedizioni. Attualmente, un numero molto ridotto di imprese ha intrapreso un percorso altamente specializzato, rivedendo i processi come l’automazione del magazzino e il packaging.

Il principale fattore abilitante dell’export digitale non è la quantità di risorse a disposizione ma la qualità dell’innovazione intrapresa. Un’analisi che permette di comprendere che anche le imprese di piccola dimensione, tipicamente meno propense all’internazionalizzazione, a causa della scarsità di risorse, possono avviare processi di esportazione ed internazionalizzazione a patto che si muniscano di buone risorse e di una consulenza certosina e adatta al contesto aziendale.

Aggiornato il 05 marzo 2021 alle ore 10:42