Intesa Ue-Usa e la crescita dell’agroalimentare italiano

L’annuncio dell’intesa raggiunta tra Unione europea e Stati Uniti sulla controversia Airbus-Boeing è un’ottima notizia per le imprese italiane, specie per quelle del comparto agro-alimentare, che non dovranno più sostenere la pressione di oltre 500 milioni di dazi. Si tratta di un segnale tangibile di come l’alleanza tra Europa e Usa stia vivendo un nuovo fruttuoso capitolo dall’insediamento dell’Amministrazione Biden, fatto di cooperazione efficace e comunanza di vedute e valori e che “porterà grande sollievo agli esportatori su entrambe le coste dell’Atlantico”, come ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Nell’ultimo anno alla Farnesina abbiamo lavorato molto per assicurare un volume di risorse eccezionale per la promozione delle imprese italiane all’estero grazie a strumenti innovativi e integrati come il Patto per l’export. Questa tregua commerciale tra Ue e Stati Uniti, per cui abbiamo sempre lavorato con convinzione, si aggiunge allo straordinario risultato raggiunto dall’export italiano che, nei primi tre mesi del 2021, ha toccato quota 118 miliardi di euro”, ha ribadito Di Maio.

L’intesa tra Usa e Ue arriva a poco più di tre mesi dalla sospensione temporanea della tariffa aggiuntiva, uno stimolo aggiuntivo alla ripresa economica e per il miglioramento delle esportazioni agroalimentari. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue per il Made in Italy di settore. Già quest’anno sarà possibile tagliare il traguardo storico di 50 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali. Nel 2020 l’Italia ha esportato negli Usa cibi e bevande per un valore di 4,9 miliardi, ma nel primo trimestre del 2021 il nostro export è calato del 2 per cento.

Questo primo accordo tra Usa e Ue un primo passo verso il ritorno del multilateralismo negli scambi commerciali. L’agroalimentare targato Made in Italy è un settore particolarmente sensibile agli scambi, con un export che vale 46 miliardi di euro solo calcolando l’ultimo anno. Un dialogo quello tra Stati Uniti e Italia che consentirà di superare definitivamente la paura dei dazi doganali e ampliare le opportunità di creare ricchezza attraverso la promozione di nuove iniziative, campagne e processi legati all’export.

La notizia è particolarmente importante per i formaggi italiani. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato, con vendite introno ai 340 milioni di euro. I primi due mesi del 2021 avevano ancora fatto registrare un -35 per cento in volume, ma già da marzo, con la prima sospensione delle misure daziarie, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti d’America hanno ricominciato a correre, con un +39 per cento che rassicura le imprese del food per il prossimo futuro. Il 2020 si era chiuso con una perdita di 70 milioni per l’export caseario italiano verso gli Usa.

Gli Stati Uniti sono un mercato che vale il 10 per cento delle nostre esportazioni mondiali e che, per alcune filiere come quella del Pecorino Romano, arrivano ad assorbire anche il 40 per cento della produzione nazionale. Le grandi eccellenze, tra cui il Grana Padano, il Gorgonzola, l’Asiago, la Fontina e il Provolone tornano a dominare i mercati Usa senza particolari preoccupazioni fiscali e ci si augura che lo stop ai preoccupanti aumenti daziari dia una nuova spinta espansiva alle eccellenze agroalimentari e ai prodotti italiani, rappresentando il primo freno al fenomeno dell’Italian sounding, che ancora oggi solo negli Usa vale più di 20 miliardi di euro.

Aggiornato il 17 giugno 2021 alle ore 12:02