Il payback sui dispositivi medici va superato

“Il meccanismo del payback sui dispositivi medici, introdotto nel 2015 e mai attuato, è una misura ormai obsoleta che andrebbe rimossa”.

Lo sostiene Paolo Belardinelli, fellow dell’Istituto Bruno Leoni, nel Briefing Paper “Il payback sui dispositivi medici. Analisi e conseguenze di una misura inapplicata” presentato l’altro ieri a Palazzo Wedekind, a Roma. Ideato in una fase di forte pressione sul risanamento delle finanze pubbliche, non è mai stato attuato a causa della complessità del settore e per questo non ha mai prodotto gettito per lo Stato, rappresentando però un fattore invalidante per l’intero comparto già in crisi a causa del blocco delle prestazioni sanitarie diverse dal Covid-19. Si tratta di un trasferimento del peso dell’incertezza e della stabilità dei conti pubblici sul settore privato, che – come si rileva dall’analisi dei dati messi a disposizione da Confindustria Dispositivi Medici su cui si basa il paper – ha avuto come effetto tangibile la riduzione della liquidità a disposizione delle aziende per nuovi investimenti, ricerca e sviluppo.

All’evento è intervenuto il viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto, che ha affermato: “Desidero portare l’attenzione del ministero dello Sviluppo economico verso un settore che può giocare da protagonista nell’imminente fase di rilancio della nostra economia”. Il viceministro ha continuato: “Come emerge dallo studio di Ibl, il settore dei dispositivi medici ha vissuto momenti di grande forza nel nostro Paese, ma a seguito di interventi normativi, come il payback, ha subito un forte indebolimento. Lo stato di emergenza degli ultimi diciotto mesi – ha riconosciuto – ha reso quanto mai attuale la necessità di un intervento correttivo sulla struttura normativa e regolatoria vigente, al fine di trovare un punto di convergenza che possa mettere le aziende del comparto nelle condizioni di operare un rilancio nell’interesse tanto del sistema produttivo, quanto del sistema Paese”.

In conclusione, Pichetto ha rassicurato: “C’è grande attenzione sul lavoro che la Cabina di regia costituita presso ministero della Salute sta svolgendo, a cui il Mise ha interesse nel dare un ulteriore contributo. Il Dicastero dello Sviluppo economico, infatti, svolge anche il compito di garantire un’azione di “pronto soccorso” per salvare le aziende, soprattutto quelle che possono rialzarsi e hanno le potenzialità per garantire un contributo sostanziale nel panorama economico nazionale: quelle dei dispositivi medici ne sono un esempio. Per questo ribadisco la mia piena disponibilità a supportare il comparto dei dispositivi medici e a promuovere un confronto istituzionale che possa giungere a una soluzione sostenibile per tutte le parti”.

Il Responsabile economia e finanze del Partito Democratico, il senatore Antonio Misiani, ha riconosciuto che “dal paper emergono in modo incontrovertibile tre caratteristiche del payback sui dispositivi medici: è inefficace come strumento di controllo della spesa pubblica sanitaria, è inapplicabile perché la misura non è in effetti mai stata avviata – a dimostrazione che anche i Ministeri competenti si sono resi conto dei limiti oggettivi di questo meccanismo – e dannoso nell’ottica della politica industriale ai danni di un settore vitale del manifatturiero italiano”. E ha continuato: “La governance sanitaria dovrebbe svilupparsi in coerenza con la politica industriale del settore, non rappresentare un ostacolo ad essa”.

Secondo l’ex ministro della Salute, onorevole Beatrice Lorenzin, “non possiamo presumere di applicare all’innovazione scientifica – lo stesso vale per quella industriale – gli stessi meccanismi che si applicavano un decennio fa. Occorre un cambio di visione che deve prestare attenzione alla sostenibilità economica – perché le risorse, comprese quelle del Pnrr, non sono infinite – ma anche avere un’ottica di investimento e affrontare il nodo regolatorio seguendo i modelli ad esempio israeliano o americano. Il ministero della Salute deve essere rafforzato in termini di risorse umane e competenze, per svolgere una missione di politica sanitaria che tenga insieme la salute, One health, la politica economica sanitaria, le politiche di ricerca e sviluppo sulle scienze della vita. Dobbiamo immaginare un meccanismo nuovo – ha aggiunto Lorenzin – sfruttare il Pnrr per promuovere le riforme di sistema e uscire dall’emergenza con una visione capace di cambiare il modello organizzativo e di programmazione. Il ministero dell’Economia e Finanze deve comprendere che questi aspetti rappresentano insieme asset di salute e asset economici ed industriali”.

L’ex ministro dell’Economia e delle Finanze e attuale consigliere del ministro Giancarlo Giorgetti, professor Giovanni Tria, ha affermato: “Per identificare una via d’uscita dal meccanismo del payback sui dispositivi medici occorre anzitutto comprenderne gli errori di partenza. Il primo è quello di considerare la spesa pubblica secondo il modello dei cosiddetti “silos”, anziché ricercarne una visione organica e complessiva che ne valuti il grado di efficienza come parametro complementare a quello della quantità. Il secondo – ha continuato – risiede nel fatto che il meccanismo del payback è uno strumento meramente amministrativo, privo di una ratio economica alle spalle, che mostra l’incapacità del decisore pubblico di fissare prezzi e di organizzare un procurement serio. Il payback è un meccanismo grezzo che rappresenta il fallimento dello Stato nella capacità di agire con metodo economico adeguato".

Il presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti, in chiusura ha chiesto un cambio di passo al Governo, in questa fase di ripresa dall’emergenza pandemica del Paese, per un comparto che conta oltre 4.000 imprese, 94mila addetti, la gran parte altamente qualificati e genera un mercato che vale circa 16,5 miliardi di euro tra export e mercato interno e che ha le potenzialità per contribuire al rilancio economico del Paese. Boggetti ha precisato: “Chiediamo al Governo un segnale di attenzione già in occasione dell'imminente Legge di Bilancio per escludere i dispositivi Covid-19 dal computo dei tetti per gli anni 2020 e 2021, oltre che di supportare il lavoro avviato dal ministero della Salute per la governance dei dispositivi medici, che auspichiamo preveda il superamento del meccanismo dei tetti e misure di governo della spesa diverse dal payback che incentivino gli investimenti nel nostro Paese”.

Aggiornato il 23 ottobre 2021 alle ore 12:42