Draghi firma la stangata di maggio

giovedì 12 maggio 2022


Causa le pesanti spese di guerra, che s’aggiungono a debito pubblico e costi vari per ben figurare con Ue e Bce, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza hanno ricevuto ordine da Mario Draghi di sparare ad alzo zero su redditi familiari, uomo di strada e su chi per ammazzare la tristezza decide per un giorno di godersi la vita. Il governo Draghi si sta trasformando in un incubo ben peggiore dei precedenti esecutivi. La sua posizione verso i redditi medio-bassi è la stessa di Mario Monti, ovvero le famiglie devono fare sacrifici e vivere nelle ristrettezze, nella costante paura di perdere da un giorno all’altro casa, lavoro e risparmi. Ben si comprende come questa logica incentivi soltanto odio verso i rappresentanti istituzionali e scarsa propensione a credere a governo e stato: il cittadino allora di difende al pari d’un ratto nel mirino dei disinfestatori.

Quindi accantona danaro contante e beni preziosi in luogo segreto, usa banconote di piccolo taglio (dai 20 ai 50 euro) ed al supermercato ci va tutti i giorni, per non correre il rischio di essere fermato da agenti del fisco che potrebbero chiedere lumi su una spesa superiore ai duecento euro. Ma partiamo da quest’ultima nuova, perché da fine maggio potremmo notare al supermercato due anonimi signori in borghese accanto alle casse, intenti a controllare quanto e come si stia pagando per alimenti e simili. Il controllo dovrebbe scattare a campione, su sessanta milioni d’italiani con molta probabilità verranno controllati non più di 300mila consumatori in una forbice che comprende dai supermercati agli ipermercati. Il controllo scatterebbe per importi in contante superiori ai centocinquanta euro e per l’acquisto di generi alimentari di lusso: aragoste, astici, champagne, caviale, quantità eccessive di culatello, superalcolici particolarmente esclusivi, frutta esotica rara e primizie particolarmente care.

Il consumatore verrebbe fermato dopo aver pagato la spesa: identificato, la sua borsa inventariata, probabile perquisizione personale per appurare il contante trasportato, in alcuni casi estensione domestica della perquisizione per fondato sospetto d’occultamento di contante in eccedenza ai limiti consentiti dalla legge. Dopo inizierebbe il normale iter di controlli incrociati tra dichiarazioni dei redditi e congruità della spesa, con probabile sanzione che, ovviamente, toccherebbe contestare con un ricorso in Commissione tributaria. Questa trovata rientra nel decreto a firma Draghi che permetterà ad Agenzia delle Entrate, banche e forze di polizia d’intensificare la caccia al contante ed al probabile evasore. L’Agenzia delle Entrate incrocerà i dati delle spese tracciabili (bancomat, bonifici ed assegni), mentre le perquisizioni personali e domiciliari avverranno solo su accertamento diretto degli agenti presso una cassa (negozio o supermercato), denuncia o segnalazione di somme eccedentarie in possesso al cittadino, o per casi di gente colta in flagrante a pagare per contanti un qualsivoglia bene.

Il bancomat è di fatto diventato il principale strumento d’indagine fiscale. Perché strumento principe dei pagamenti tracciabili (bancomat o carta di credito) e l’Agenzia delle Entrate ha superato lo stesso steccato delle banche collegandosi direttamente al computer centrale della Ibm: apprendendo così in tempo reale quanto e come spendono i soldi i cittadini. Anche i vecchi prelievi del contante direttamente allo sportello vengono ad essere computati: perché il fisco indaga su quanto il dichiarato corrisponda davvero alla liquidità nelle mani del cittadino. Cambia tutto per i poveri italiani, l’Agenzia delle Entrate s’è accordata con il gestore delle carte per bloccare il prelievo del contante dai bancomat.

Il Fisco da oggi pretende che l’uso del danaro debba sempre essere giustificato: la ben nota “causale” che siamo obbligati a riempire per qualsiasi bonifico viene estesa ad ogni pagamento. Ma non è detto che le carte di credito ed i bancomat funzionino bene e sempre: ad aprile c’è stato un blocco di oltre mezz’ora per i pagamenti con moneta elettronica, ed i cittadini iniziano a rivalutare la carta moneta. Comunque la finalità dell’obbligo all’uso della moneta elettronica prescinde da precisione e continua disponibilità del danaro, l’unico motivo dell’obbligo alla carta è solo di tipo fiscale.

Infatti l’Abi (associazione delle banche italiane) veniva subito contattata da Tgcom24 dopo le varie segnalazioni dei cittadini, e subito ha sostenuto di non avere voce in capitolo sul circuito elettronico dei pagamenti. Così prelevare presso gli sportelli Bancomat diventerà sempre più difficile, per il combinato disposto che vede la tendenza degli istituti di credito a ridurre gli sportelli elettronici ed un Fisco che chiede alle banche d’evitare di dare soldi in maniera generica al cittadino che non vuole giustificarne l’uso. I partiti politici italiani cercano d’evitare di farsi inviluppare nel dibattito sulle nuove norme bancarie e fiscali, temendo che una certa stampa accusi la politica di difendere l’evasione e l’uso allegro del risparmio.

Ovviamente si potrà ancora effettuare il prelievo direttamente dalle vecchie casse durante gli orari d’apertura: ma non s’esclude si debba ben presto giustificare che uso si farà del contante, se si acquisteranno beni e servizi o si sia avvezzi a nascondere soldi sotto il mattone. I controlli dell’Agenzia delle Entrate saranno comunque a campione, e certamente colpiranno chi preleva soldi per importi superiori ai due mila euro mensili. L’indagine sull’uso del danaro è già decollata, e da giugno qualunque commerciante sarà tenuto ad accettare i pagamenti tracciabili e non potrà rifiutarli in alcun modo. Perché i pagamenti tracciabili dicono tutto all’Agenzia delle Entrate di un nucleo familiare o del singolo. La politica degli ultimi governi ha trasformato il bancomat in uno strumento d’abitudine quotidiana per la spesa degli italiani. Per questo motivo prelievi e versamenti bancomat vengono ora tutti attentamente esaminati.

Non solo, il Fisco in accordo con le forze di polizia opererà il fermo a campione dei cittadini colti ad acquistare beni per contanti a mercati e fiere (l’esempio classico è la romana Porta Portese): subiranno un vero e proprio interrogatorio, durante i quale dovranno giustificare il possesso delle somme per contanti e, soprattutto, a fronte di cosa le hanno ricevute. Il numero degli sportelli Bancomat Atm va scemando, per scelta precisa delle banche, sempre più “digitali” ed in intesa col Fisco. Un cambiamento che rientra anche nella strategia di politica monetaria e fiscale avviata dalla Banca centrale europea. I governi europei si sono accordati con Bce ed Ue per la riduzione del contante circolante: le ben note scelte del Cashback di Stato e poi Bonus Bancomat. Ma è più facile che la stangata arrivi al cittadino se i movimenti bancomat appaiono notevolmente diversi rispetto al dichiarato nella dichiarazione dei redditi, piuttosto raro sarà invece il fermo di polizia e poi l’indagine sul cittadino colto ad acquistare un bene per contanti fuori da mercati e supermercati.

Le statistiche parlano chiaro, il controllo sui cittadini che usano il contante potrà riguardare, nella migliore delle ipotesi, 500mila cittadini che acquisiscono beni, spesso necessari, per contante. Ecco che il consiglio degli addetti ai lavori (commercialisti e tributaristi) è “spendete poco ed in piccolo taglio, e se dovete comprare una bella auto usata accordatevi in segreto”. Per il resto vale il vecchio adagio napoletano “deve passare la nottata”.


di Ruggiero Capone