La Svezia conferma: “Quarta falla nel Nord Stream, tre le esplosioni”

Dopo le esplosioni delle linee del gasdotto Nord Stream 1 e 2 sono state scoperte quattro perdite di gas. Lo sostiene la Guardia Costiera svedese. Due di queste quattro perdite si trovano nella zona economica scandinava. Il sismologo Björn Lund non esclude che possa essersi verificata una terza detonazione. La Guardia costiera svedese non è stata in grado di spiegare perché la segnalazione di questa nuova perdita sia avvenuta in ritardo. Ma le due perdite sul lato svedese sono avvenute nella stessa zona, è stato spiegato. “La distanza è qualcosa di soggettivo, ma sono vicine”, ha detto Jenny Larsson, funzionario della Guardia costiera.

Finora la Svezia aveva segnalato una perdita sul Nord Stream 1 a nord-est dell’isola di Bornholm. La Danimarca ha confermato la presenza di una perdita sul Nord Stream 2 a sud-est dell’isola e di un’altra a nord-est sul Nord Stream 1. Le grandi perdite stanno causando notevoli bolle marine di centinaia di metri in superficie, rendendo per il momento impossibile l’ispezione delle strutture.

La Nato esprime “profonda preoccupazione” e in una nota sottoscritta anche da Svezia e Finlandia, sottolinea che “tutte le informazioni attualmente disponibili indicano che si tratta del risultato di atti di sabotaggio deliberati, sconsiderati e irresponsabili”. La Nato, inoltre, avverte che è pronta “a rispondere unita e con determinazione a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati”.

Frattanto, il prezzo del gas scende ancora mentre si attendono le decisioni dell’Ue sul price cap. Si aggrava, intanto, la situazione del Nord Stream con lo scambio di accuse tra Mosca e Washington sulle cause delle quattro perdite del gasdotto. Ad Amsterdam il prezzo scende a 194 euro al megawattora, con una flessione del 6,4 per cento rispetto alla chiusura di ieri. Quotazioni in calo anche a Londra dove si attestano a 280 penny al Mmbtu (-12,9 per cento).

Il timore della Germania dopo che entrambe le linee, 1 e 2, dell’infrastruttura che collega la Russia all’Europa sono state gravemente danneggiate è che i gasdotti Nord Stream potrebbero non funzionare mai più. Circolano diverse ipotesi sulle ragioni delle esplosioni: il colpo di un sommergibile, di un drone marino o ancora di cariche di Tnt. “È stupido e assurdo” incolpare la Russia, ha tuonato il Cremlino. “Ridicolo” ipotizzare siano stati gli Stati Uniti, la replica della Casa Bianca. Mosca intanto ha aperto un’inchiesta per “terrorismo internazionale” e ha chiesto e ottenuto per venerdì una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’accaduto, mentre Svezia e Danimarca sono state incaricare di fornire tutte le informazioni in merito ai membri del Consiglio.

“Solo quando il gas nel tubo sarà finito, sarà possibile scendere in profondità per indagare”, ha spiegato il ministro della Difesa danese Morten Bodskov. Dopo che l’Occidente aveva più o meno velatamente puntato il dito verso Mosca, il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha spiegato come il Nord Stream fosse pieno di gas “molto costoso” e di proprietà russa, e che se non fosse stato per i danni subiti “il sistema sarebbe stato pronto a pomparlo”. Invece “ora questo gas si sta disperdendo nell’aria”.

Aggiornato il 29 settembre 2022 alle ore 17:32