Il nuovo Codice degli appalti tra consensi e proposte di modifica

giovedì 16 febbraio 2023


Lo studio “matto e disperatissimo” del nuovo testo del Codice degli appalti non si arresta. Sul finire del mese scorso il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, è intervenuta in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei deputati per rappresentare le osservazioni della Confederazione sullo schema di decreto legislativo recante l’atteso Codice.

Il testo della riforma, considerata un pilastro per lo sviluppo e per il corretto utilizzo degli investimenti pubblici, viene apprezzato per la sua struttura chiara e leggibile, nonché per l’intento di donare ad una materia oggetto di continue modifiche, l’organicità e la sistematicità perduta. Ma non solo. Confindustria valuta positivamente la disciplina volta ad arginare la frammentarietà delle stazioni appaltanti attraverso la concentrazione delle attività in capo a quelle organizzazioni dotate di strutture e risorse adeguate, così come il lancio verso la digitalizzazione, strumento fondamentale per un’effettiva semplificazione delle procedure. Consensi arrivano anche da Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, che esprime un convinto apprezzamento per il lavoro finora svolto, condividendo molte parti dell’odierno testo, tra cui la semplificazione e la valorizzazione del ruolo di Anac a favore delle pubbliche amministrazioni.

Ma oltre agli elogi, entrambi ritengono doveroso sottolineare le criticità presenti ancora nel testo. In materia di affidamenti sotto soglia, ad esempio, se Confindustria critica lo stabile innalzamento della soglia per l’affidamento diretto a 140mila euro, tale da non consentire una effettiva partecipazione per le piccole e medie imprese, Anac palesa il rischio di affidamenti a favore di operatori sempre più vicini al singolo dirigente in assenza di forme di pubblicità e del rispetto del principio di rotazione delle imprese. Così come perplessità vengono rappresentate in relazione alla soglia di rilevanza (5 per cento) per l’accesso alla revisione dei prezzi, considerata troppo alta e non in linea con le specifiche esigenze di tutti i settori e al venir meno del tetto massimo – fissato al 30 per cento – per l’attribuzione del punteggio economico per il forte rischio di aprire le porte ad aggiudicazioni basate esclusivamente sulla componente del prezzo.

Dubbi vengono, inoltre, manifestati dall’Autorità rispetto alle modifiche riguardanti la normativa sul conflitto d’interessi, ritenuta non rispettosa delle direttive comunitarie e dell’ordinamento in generale nella misura in cui, introducendo una sorta di inversione dell’onere della prova, rende difficile far emergere i casi di conflitto.

Ad ogni modo, a prescindere dalle puntuali proposte di modifica, si insiste sulla possibilità di valutare uno slittamento in avanti dell’entrata in vigore del codice, attualmente prevista per il 31 marzo prossimo, o perlomeno di alcune disposizioni di esso, così da consentire un’effettiva comprensione delle novità introdotte dalla nuova normativa e non rallentare le attività contrattuali in corso per l’attuazione degli investimenti previsti dal Pnrr.


di Ilaria Cartigiano