Una proposta innovativa per l’intero sistema comunitario

Leggiamo nei primi giorni del mese di gennaio 2023 una serie di comunicati stampa da cui si evince che le Ferrovie dello Stato hanno appena pubblicato un bando da 130,3 milioni di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione “chiavi in mano” di impianti di produzione di energia elettrica, attraverso pannelli fotovoltaici, presso le aree di proprietà del gruppo limitrofe alle sottostazioni elettriche ferroviarie. Questo, a detta delle stesse Ferrovie, è un primo tassello di un chiaro e già denunciato in più occasioni obiettivo: produrre una potenza complessiva che dovrebbe essere pari a 320 megawatt già alla fine del 2024 per arrivare poi a 2 gigawatt nel 2027. Un traguardo che consentirebbe all’Italia un aumento del 10 per cento della produzione complessiva degli impianti di energia solare già installati oggi in Italia; in tal modo si ridurrebbe la dipendenza del Paese dai fornitori stranieri in linea con il Piano nazionale integrato di energia e clima (Pniec).

Scopriamo anche contestualmente a questa chiara volontà green che le Ferrovie dispongono di 30 milioni di metri quadrati di aree che potrebbero ospitare impianti fotovoltaici e minieolici. Questa encomiabile operazione assorbe da sola circa il 2 per cento della domanda di elettricità nazionale e punta quindi ad aumentare sensibilmente la sua capacità di produrre in casa l’energia elettrica di cui ha bisogno. Questa proposta, a mio avviso, non solo è innovativa ma la definirei rivoluzionaria perché il Piano decennale avanzato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris, ha un valore di 1,6 miliardi di euro e, penso per la prima volta, il Gruppo Ferrovie non ottiene trasferimenti pubblici, non ottiene risorse sistematiche a fondo perduto per garantire una offerta di trasporto sia di passeggeri che di distinte filiere merceologiche, ma offre allo Stato tre grandi opportunità:

Una offerta ottimale delle proprie superfici, dei propri beni immobiliari.

Un abbattimento dei consumi energetici attraverso la produzione autonoma di energia.

Un abbattimento sostanziale della produzione di CO2.

Ma forse invece di leggere i macro dati, invece di leggere i programmi nella loro evoluzione decennale, penso sia più utile prendere visione di una iniziativa concreta che potremo apprezzare nei prossimi due anni; mi riferisco alla esperienza del nodo stazione di Roma Termini dove sarà realizzato, in varie fasi, sulla copertura della nuova piastra parcheggio, un maxi parco fotovoltaico con circa 2.100 pannelli solari per una potenza totale di circa 1 megawatt di picco; un’opera che si estende su una superficie di 10mila metri quadrati; oltre a questa area diventeranno ecologici anche i tetti del parcheggio di Napoli centrale e forse gli spazi disponibili della stazione Santa Maria Novella a Firenze.

Forse il nostro Paese dovrebbe subito presentare, in sede comunitaria, questa esperienza progettuale e programmatica concreta e, bisogna dare atto al Gruppo delle Ferrovie che questo non solo a scala nazionale è uno dei pochi esempi di proposta coerente a ciò che l’Unione europea ha definito Repower Eu; sì devo dare atto è una o forse addirittura l’unica proposta coerente al Piano della Commissione europea mirato a rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili ben prima del 2030. Se leggiamo attentamente i punti di tale Piano che riporto di seguito scopriamo la rilevanza strategica:

Diversificare. L’Unione europea sta collaborando con partner internazionali per trovare forniture energetiche alternative. Nel breve termine abbiamo bisogno quanto prima di forniture alternative di gas, petrolio e carbone. In futuro occorrerà anche idrogeno rinnovabile.

Risparmiare. Tutti i cittadini, le imprese e le organizzazioni possono risparmiare energia. Se tutti noi diamo il nostro contributo, anche i piccoli cambiamenti nei comportamenti possono fare la differenza. Occorre prevedere anche misure di emergenza in caso di interruzione dell’approvvigionamento.

Accelerare la diffusione dell’energia pulita. Le rinnovabili costituiscono l’energia più economica e pulita a nostra disposizione e possono essere prodotte internamente, riducendo la necessità di importazioni di energia. Repower Eu accelererà la transizione verde e stimolerà ingenti investimenti nell’energia rinnovabile. Dobbiamo inoltre consentire all’industria e ai trasporti di sostituire più rapidamente i combustibili fossili per ridurre le emissioni e la dipendenza.

L’Unione europea chiede che questo Piano sia realizzato entro il 2027. Ebbene, ho fatto una analisi capillare su tutte le proposte vere, su tutte le proposte concrete, su tutte le iniziative definite da parte di organismi pubblici e privati della Unione europea e, posso confermare che la proposta avanzata dal Gruppo delle Ferrovie dello Stato è, nell’intera Comunità, insieme ad altre tre proposte una vera rarità; ripeto finora anche il passato Governo non aveva prodotto nulla solo una corposa e ricca dichiarazione di buona volontà. Fa bene, quindi, l’attuale Governo a dare il giusto peso ad una simile iniziativa non teorica in quanto sono già elencate le prime aree ed i primi progetti, non generica in quanto già motivata da un apposito Piano economico e finanziario che definisce, come detto prima, nell’importo di 1,6 miliardi il costo della intera operazione.

Colgo l’occasione però per prospettare una possibile proposta: analizzando le aree al contorno degli impianti ferroviari (sempre di proprietà delle Ferrovie) ed i siti delle Ferrovie legati alla gestione della rete (stazioni, parcheggi) si evince che una rilevante quantità di superfici è ubicata nel Mezzogiorno; inoltre sempre nel Sud, per un motivo di esposizione e di intensità, la resa degli impianti fotovoltaici è più elevata. Queste due condizioni penso potrebbero portare ad un impegno delle Ferrovie ad erogare, gratuitamente, una parte della energia prodotta alle otto Regioni del Sud; sarebbe senza dubbio un apprezzabile segnale di riconoscimento ad una realtà territoriale a cui spesso non si sono riconosciuti i rilevanti contributi alla crescita dell’intero Paese.

(*) Tratto da Le Stanze di Ercole

Aggiornato il 17 febbraio 2023 alle ore 09:33