La cura del ferro e i ritardi sulla digitalizzazione

martedì 28 febbraio 2023


Il trasporto ferroviario delle merci “è uno strumento indispensabile” per il Belpaese, nell’ottica di approdare agli “obiettivi ambientali stabiliti”. Non solo: nel periodo di pandemia “ha confermato la sua importanza, mostrando resilienza e solidità, permettendo alla logistica di continuare a operare. E consentendo lo spostamento delle merci essenziali in assolta continuità e sicurezza”.

Questo è quanto è stato sottolineato durante la presentazione del primo rapporto sul trasporto ferroviario merci da parte di Fermerci che, peraltro, è dell’avviso su come sia “necessario l’immediato avvio di una nuova cura del ferro, adeguata all’attuale scenario logistico ferroviario Europeo”. In tale ottica, il presidente di Fermerci, Clemente Carta, ipotizza “un patto tra le imprese del settore e la grande industria”. L’Associazione operatori nel trasporto ferroviario merci, peraltro, segnala che nell’ultimo anno c’è stato un aumento importante aumento dei volumi di traffico treni-chilometri (+12 per cento). Allo stesso tempo, la crescita “del costo dell’energia e i nuovi scenari geopolitici non aiutano il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati per il 2030”.

Ma c’è anche il tema della digitalizzazione, dove “abbiamo ritardi importanti sulla rete ferroviaria, la stazione di Milano centrale ha ancora un meccanismo di segnalamento vecchio di 30 anni”. Così il viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, nel suo intervento alla presentazione del primo rapporto sul trasporto ferroviario merci di Fermerci.

“Non è possibile che siamo in un Paese che ha investito moltissimo e abbiamo ancora alcuni nodi chiave del sistema paese che non sono riusciti a fare un salto tecnologico importante – ha insistito Rixi – Fs sta investendo moltissimo in questo, ma a mio avviso bisogna andare a investire per dorsali. È inutile avere delle tratte che sono tecnologicamente avanzate e poi ci inchiodiamo su degli altri spezzoni, che sono tecnologicamente arretrati. Dobbiamo iniziare ad avere una selezione, per iniziare ad attivare dei corridoi omogenei, che garantiscano flussi di traffico costante”.

Ancora Rixi: “Sul Brennero l’Italia sta scavando, l’Austria invece non sta scavando. Noi siamo arrivati a mantenere esattamente i tempi di realizzazione del tunnel, dall’altra parte sono in ritardo… la mia paura è che non tutti in Europa siano contenti di un nostro aumento della capacità ferroviaria. Cioè, ci chiedono di andare per ferrovia ma poi – termina – non ci consentono di avere i collegamenti ferroviari. Questo è un problema, che il nostro Paese deve affrontare in maniera molto chiara”.

Nel rapporto, infine, viene chiarito: “Il potenziamento della rete, se nel medio e lungo termine consente di migliorare le prestazioni, nel breve ne limita decisamente l’uso. Gli interventi infrastrutturali che riguardano la rete ferroviaria nazionale comportano l’inevitabile periodica indisponibilità dei corridoi interessati, che si ripercuote sull’operatività delle imprese ferroviarie nel breve e medio termine, generando modifiche, deviazioni e cancellazioni obbligate. Nell’anno in corso (2023), ai molteplici interventi manutentivi ordinari e straordinari, si aggiungono gli interventi di adeguamento strutturale previsti dal Pnrr. Più nel dettaglio, il complesso dei vari interventi programmati sulla rete produce, nell’anno, un totale di 1.361 giorni di indisponibilità totale di linea e di 1.260 giorni di indisponibilità di binario”.


di Tommaso Zuccai