Battuta d’arresto per gli integralisti green

lunedì 6 marzo 2023


La follia ideologica-ecologista, che ormai pervade tutti i gangli della società europea, ha subito un piccolo cambio di passo (che potrebbe diventare significativo) circa le politiche suicide in economia attuate dalla nomenklatura del Vecchio Continente sull’altare della cosiddetta “transizione ecologica”.

Il primo marzo scorso la presidenza di turno svedese del Coreper – Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea – ha dovuto rinviare il punto all’ordine del giorno che riguardava il divieto della vendita di veicoli alimentati a combustione da benzina e diesel a partire dal 2035. Verificata, da parte della presidenza di turno svedese, la costituzione di una “minoranza di blocco” capitanata dall’Italia e seguita dalla Germania, dalla Polonia e dalla Bulgaria, il vertice del Coreper ha rinviato sine die la norma che imponeva l’interdizione sopracitata. La decisione del differimento, a data da destinarsi, è stata motivata dal fatto che l’Italia ha dichiarato, senza tentennamenti, il proprio voto contrario. La sorpresa, positiva, è stata che anche la Germania ha subordinato il proprio voto favorevole a patto che la “proposta comunitaria preveda l’immatricolazione di auto e veicoli commerciali leggeri con motori a combustione anche dopo il 2035, a condizione che possano essere alimentati anche con carburanti sintetici”. Una volta tanto il nostro Paese ha saputo agire per tempo contro una direttiva irrazionale, ideologica e palesemente antieconomica per l’Italia e per la stessa Germania. Nazioni, queste, che vantano nel settore dell’automotive eccellenze a livello mondiale.

L’irragionevolezza della normativa risulta evidente per il fatto che, coattivamente, si voleva imporre solo l’uso degli autoveicoli alimentati a batterie elettriche, senza considerare l’impatto economico, occupazionale e sociale della norma. Non c’è alcuna evidenza scientifica che possa attestare che le auto elettriche siano meno inquinanti rispetto ai veicoli diesel, a benzina o a gas di nuova generazione.

Per creare l’energia per caricare le batterie delle auto elettriche occorre l’impiego, ancora chissà per quanto tempo, del gas e del petrolio. Le batterie per le auto elettriche sono prodotte con minerali (terre rare) che sono quasi un monopolio della Cina. Per gli integralisti del green si doveva passare dalla dipendenza dalle fonti fossili alla sudditanza della Cina. È finalmente un cambio di passo sulle politiche ecologiche dell’Europa?


di Antonio Giuseppe Di Natale