Patto di stabilità e crescita

Dal 2024 ritorna nell’Unione europea il vincolo del Patto di stabilità. Nel lontano 1992 nella cittadina di Maastricht (Olanda) fu firmato il trattato dai 12 Paesi che facevano parte dell’allora Cee (Comunità economica europea), oggi Unione europea. I pilastri fondamentali del trattato si fondavano su:

1) Un rapporto deficit-Pil non superiore al 3 per cento.

2) Un rapporto debito-Pil non superiore al 60 per cento.

3) Un tasso d’inflazione non superiore al 1,5 per cento.

4) Tassi d’interesse a lungo termine non superiori al 2 per cento.

5) Permanenza senza fluttuazioni nello Sme negli ultimi due anni.

Furono escluse dal parametro debito-Pil l’Italia e il Belgio perché avevano già al tempo un debito ampiamente superiore al 100 percento del Pil. L’impegno dei due Paesi era, comunque, quello di ridurre tendenzialmente il rapporto fino a convergere sul parametro fissato dal trattato del 60 percento. I punti fermi sanciti dal trattato, furono stabiliti da funzionari comunitari senza ci fosse un reale fondamento scientifico ed economico che supportasse tali rigorosi parametri. Ciò nonostante, le restrizioni alle politiche di bilancio dei Paesi membri furono applicate rigidamente dalle istituzioni europee con effetti devastanti sull’economia dei Paesi del sud Europa.

Il vincolo esterno non consentiva alle singole nazioni di attuare politiche economiche anticicliche, in quanto il deficit non doveva superava il tabù del 3 percento. Iniziò un periodo di progressiva riduzione dell’inflazione fino a portare molti Paesi europei a una vera e propria deflazione e ad una crescita economica di poco superiore allo zero per cento. L’inadeguatezza del trattato si manifestò prepotentemente con la crisi finanziaria generata dai mutui “Subprime” che causò il dissesto della banca d’affari Lehman Brothers e la conseguente crisi finanziaria mondiale. L’impossibilità dei membri comunitari di mantenere i parametri fissati a Maastricht diventa manifesta con la crisi pandemica da Covid-19 che costrinse l’Unione europea a sospendere temporaneamente i vincoli di bilancio. Paletti rigidi in economia e in finanza sono sempre una forzatura. I governi devono avere margini di flessibilità per far fronte a situazioni eccezionali che necessitano di iniziative volte a contenerne gli effetti negativi.

Dopo la sospensione dei vincoli di bilancio per far fronte ai problemi legati alla crisi pandemica, le istituzioni europee si preparano a rivedere i parametri adottati a Maastricht, facendo tesoro dell’esperienza negativa del trattato che è stato efficace in termini di stabilità, ma ha significativamente compresso la crescita economica. L’esecutivo italiano si deve fare parte attiva per migliorare il “Patto di stabilità e crescita” evitando le eccessive rigidità. Tuttavia, deve continuare la politica prudente di bilancio per far rientrare il debito monstre del Paese entro limiti fisiologici. Errare è umano perseverare sarebbe diabolico!

Aggiornato il 09 marzo 2023 alle ore 13:01