L’eterno attacco alla proprietà

Se all’indomani delle primarie del Partito Democratico la proposta avanzata da Elly Schlein di requisire le case sfitte era volta a far percepire quale sarà la logica di fondo della sua segreteria, c’è davvero poco da attendersi da questa sinistra che si vuole “nuova”, ma che nei fatti ripropone tutti i più vecchi cliché illiberali.

L’idea sarebbe non soltanto fallimentare rispetto all’obiettivo che si propone: e cioè favorire l’accesso all’abitazione da parte di chi oggi cerca casa e non la trova (quanto meno a prezzi moderati). Chi ha studiato la lunga vicenda dell’equo canone in Italia e di tutte le altre interferenze statali nell’immobiliare sa bene come ogni intervento dirigista abbia peggiorato il mercato. L’obbligo ad affittare la seconda casa spingerà ancora di più verso il mercato degli affitti brevi e medi, aggravando ulteriormente la situazione.

Non è certo penalizzando chi ha investito nel mattone che si creeranno maggiori opportunità per chi ha bisogno di un’abitazione. La strada da seguire, semmai, è esattamente l’opposta, perché per avere una maggiore disponibilità di case bisogna sgravare l’immobiliare dai troppi balzelli, da ogni forma di imposta patrimoniale (a partire dall’Imu) e da tutte quelle norme che impediscono una libera contrattazione tra chi offre e chi domanda.

Più in generale, però, è evidente come manchi la benché minima consapevolezza in merito al fatto che il rapporto tra proprietà e diritto è essenziale. La maggior parte dei politici si considera legittimata a disporre a piacere dei beni altrui, come se lo Stato fosse il “super-proprietario” di ogni cosa. In questo quadro, qualsiasi regola è del tutto provvisoria e il risultato è che finiamo per chiamare “diritto” quello che è il semplice arbitrio dell’ultimo governante di turno.

Una proprietà legittima è il punto d’arrivo di atti legittimi: dal lavoro allo scambio, dal dono all’eredità. Quando un bene è di Tizio in virtù di regole fondate e riconosciute tali, i suoi diritti di proprietà dicono ciò che egli può fare e, soprattutto, ci permettono di sapere con chiarezza ciò che gli altri non possono fare. Se non mi è lecito in casa d’altri, questo non si deve certo all’arbitrio del legislatore di turno.

Alla luce di tutto ciò, allora, la proposta della Schlein darebbe il colpo di grazia al mercato immobiliare: senza dubbio. Ciò che è ancor più grave, però, è il fatto che essa dissolverebbe quel poco che rimane del nostro ordinamento giuridico, quando con diritto s’intenda l’insieme delle regole legittime e non arbitrarie che si trovano a tutela delle libertà fondamentali di ognuno di noi.

(*) Direttore del dipartimento di Teoria politica dell’Istituto Bruno Leoni

Aggiornato il 14 marzo 2023 alle ore 09:59