Xi Jinping sfida i mercati, ma l’enfasi è sulla sicurezza

mercoledì 20 marzo 2024


Il Governo cinese, prevedendo una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) del 5 per cento per il 2024, ha suscitato scetticismo tra molti analisti economici e investitori. I motivi di tale diffidenza comprendono la guerra commerciale tra Pechino e Washington e la crisi immobiliare che stanno colpendo il Dragone. Nonostante i venti contrari, la Cina continua a dimostrare ottimismo e ambizione, tratti storicamente caratteristici della prima potenza asiatica. Il Governo, infatti, sta delineando una strategia di sviluppo che mira a posizionarsi in cima alla catena del valore globale, senza trascurare il ruolo della sicurezza nelle politiche nazionali. Queste sono le linee guida emerse dalle “Due sessioni”, l’ancora discussa plenaria che dal 5 all’11 marzo ha riunito il Parlamento cinese e il massimo organo consultivo per tirare un bilancio dell’anno trascorso e anticipare le priorità per l’anno in corso. Chiudendo il 2023 con un tasso di crescita del 5,2 per cento, la Cina pone per il 2024 un obiettivo di crescita “circa il 5 per cento”, necessario per creare 12 milioni di posti di lavoro e mantenere la disoccupazione al 5,5 per cento. Un traguardo ambizioso, in un contesto di rallentamento della crescita globale e di tensioni geopolitiche crescenti. Tuttavia, il Governo cinese si impegna a creare un “ambiente politico stabile e trasparente” per le imprese, sia private che straniere, indicando un approccio prudente alle politiche monetarie e fiscali.

Per il 2024, Pechino pianifica l’emissione di obbligazioni speciali e titoli di Stato a lungo termine per un valore di 139 miliardi di dollari, segnale di un’intenzione di sostenere l’economia senza ricorrere a interventi tributari eccessivi. La vera scommessa è sul cosiddetto “sviluppo di alta qualità” espressione più volte utilizzata anche dallo stesso presidente Xi Jinping, che pone enfasi non solamente sui tassi di crescita, ma soprattutto sul consolidamento della Cina come Paese leader nell’innovazione tecnologica e nella transizione energetica. Il settore tecnologico, con particolare attenzione ai veicoli elettrici, batterie e celle solari, è stato identificato come motore principale dell’economia. Per tale ragione, il Governo prevede un aumento della spesa annua in scienza e tecnologia del 10 per cento. Gli investimenti in settori innovativi sono considerati da Pechino un volano per la crescita economica, ma la prudenza rimane una componente fondamentale della linea economica del Governo. A questo proposito, il presidente Xi Jinping sottolinea l’importanza di evitare “corsi precipitosi a progetti” che possano generare bolle industriali.

La confidenza che la Cina dimostra sulle sue potenzialità, tuttavia, non basta a nascondere le difficoltà che stanno mettendo a rischio la stabilità della sua economia. Il Dragone, infatti, dovrà districarsi tra sfide di medio-lungo termine che comprendono il calo demografico, una domanda interna debole, il crescente deflusso degli investimenti, soprattutto statunitensi ed europei, a favore dell’India e le crescenti tensioni commerciali con l’Occidente. Il Governo di Xi Jinping è attento a contenere il calo di fiducia di analisti e investitori. Persino nei documenti ufficiali, termini quali “riforme” e “mercato” sono progressivamente meno utilizzati, al contrario della parola “sicurezza”, sulla quale si ripone un’enfasi crescente, quasi a volerla indicare come parola chiave per il 2024.

Rimane aperta la questione di come Xi Jinping intenda individuare il corretto equilibrio tra la stabilità e gli ambiziosi obiettivi di crescita annunciati. Il bilanciamento tra politica, economia e sicurezza sarà determinante per il successo della strategia cinese. La capacità di Pechino di raggiungere tale equilibrio potrebbe convincere i mercati occidentali a riportare nella potenza asiatica almeno parte della liquidità trasferita in altre economie orientali, soprattutto in India. In un contesto nel quale l’incertezza sembra essere l’unica certezza, la direzione scelta dalla Cina, con un occhio alla crescita e l’altro alla stabilità, sottolinea un approccio cauto ma ambizioso. Occorre ricordare che anche lo scorso anno, seppure per motivi diversi, l’obiettivo del 5 per cento era considerato difficilmente raggiungibile, eppure è stato superato.


di Riccardo Cantadori