Zichichi racconta il Bosone di Higgs

Abbiamo tutti letto che gli scienziati del Cern di Ginevra hanno fatto una scoperta sensazionale. Per chiarirci le idee e sapere quale sia la portata della scoperta del “Bosone di Higgs”, L’Opinione ne ha parlato con il fisico Antonino Zichichi, professore emerito di Fisica Superiore nell’Università di Bologna, fondatore del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana. Zichichi è un fisico le cui scoperte e invenzioni ne hanno fatto una figura tra le più prestigiose della Scienza Moderna.

«È stata scoperta la prima prova sperimentale che corrobora l’ipotesi di Peter Higgs il quale, nel 1964, introdusse la massa immaginaria nella descrizione dei fenomeni subnucleari, al fine di potere avere particelle dotate di massa reale. La grande novità concettuale è che la massa immaginaria entra nella descrizione della logica che regge il mondo» – ci spiega Zichichi – «Se Lei prende in mano una pietra, questa pietra ha massa reale. Se pesa 1 kg, è costituita da circa 500 grammi di protoni, circa 500 grammi di neutroni e 250 milligrammi di elettroni. Ci sono voluti cinquant’anni per scoprire queste cose: nel 1897 venne scoperto l’elettrone poi il protone, nel 1932 il neutrone e nel 1947 la “colla nucleare”. A questo punto sembrava chiuso il capitolo della forze e delle particelle necessarie per spiegare il mondo. Il guaio era però che quando si metteva la massa reale per descrivere quel che fanno i protoni, neutroni ed elettroni, i risultati dei calcoli divergevano, dando risultati infiniti. Il che è assurdo. Per evitare che divergano c’è bisogno della massa immaginaria. E qui entra l’ipotesi Higgs. Quando si vuol descrivere un qualsiasi fenomeno, il primo passo è formulare in termini matematici quale è la sua densità di energia, detta “lagrangiana” (dal nome dello scienziato Joseph Louis Lagrange, 1736–1813, ndr). Peter Higgs inserì nella lagrangiana la massa immaginaria. Cioè, la massa reale moltiplicata per l’unità immaginaria. (l’unità immaginaria è quel numero che, moltiplicato per se stesso dà, come risultato –1). Higgs scoprì che le cose di cui è fatto il mondo acquistano massa reale senza che i calcoli divergano. Ma dove era la prova? La scoperta del bosone che prende il nome di Higgs è la prova tanto cercata. Quel bosone non è la particella che dà massa a tutte le altre cose, come molta gente dice e scrive; esso è la prova che la massa immaginaria entra nella descrizione dei fenomeni fondamentali, il che vuol dire nella Logica che regge l’Universo Subnucleare, quindi il mondo».

Molti commentatori hanno ribattezzato il bosone di Higgs “la particella di Dio”. C’entra qualcosa la religione? «No, no! (ride, ndr) Non c’entra nulla l’ispirazione divina. Quando Higgs formulò la sua teoria, molti si mostrarono scettici. “Se il meccanismo di Higgs è vero, vuol dire che lui è Dio”, dicevano. Se la religione non c’entra è il “materialismo scientifico” ad aver preso un’altra batosta. Karl Marx non poteva immaginare che la massa reale avesse le sue radici nella massa immaginaria. E cosa c’è di più “astratto” della massa immaginaria? La prima batosta il materialismo scientifico l’aveva presa quando Einstein scoprì che la massa dell’Universo fatto con Stelle e Galassie era (ed è) curvatura dello Spazio–Tempo. Però nella teoria di Einstein non c’è l’Universo Subnucleare che è dentro ciascun neutrone e protone. In questo Universo la massa reale nasce dalla massa immaginaria» Ma quali potrebbero essere le conseguenze nel pensiero filosofico? «Il grande messaggio della scienza è: esiste una Logica. Se c’è una Logica, ci deve essere un Autore. Gli atei sostengono che esiste una Logica, ma non il suo Autore. E questo in termini di logica rigorosa, non sta in piedi. Chi nega l’esistenza della Logica che regge il mondo e afferma che tutto è prodotto dal caos, nega la Scienza. Se non esistesse Logica nell’Universo Subnucleare, io stesso non avrei potuto fare tutte le cose che ho fatto. Diceva Enrico Fermi che, quando c’è in gioco il proprio lavoro, bisogna abbandonare la modestia. Ecco perché Le dico che io ho scoperto molte cose che hanno portato alla costruzione della Logica che governa l’Universo Subnucleare. Chi avrebbe pensato che le leggi in gioco nel funzionamento delle Stelle sono scritte nell’Universo Subnucleare? Se ci fossimo limitati a osservare le Stelle, come facevano i nostri antenati, non avremmo mai scoperto le leggi che permettono alle Stelle – inclusa quella a noi più vicina (il Sole) che permette la vita in questo suo satellite (la nostra Terra) – di brillare per miliardi e miliardi di anni senza mai spegnersi né saltare in aria».

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:14