Mastella e il filo del rasoio giudiziario

Clemente Mastella e la moglie Sandra Lonardo saranno processati, insieme ad altre quindici persone, per associazione a delinquere. La Procura di Napoli ed il giudice dell’udienza preliminare hanno identificato quest’associazione nell’Udeur, cioè il partito fondato da Mastella, accusandola di aver commesso “una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione” diretta ad acquisire “il controllo delle attività pubbliche di concorso per il reclutamento di personale e gare pubbliche per appalti ed acquisizioni di beni e servizi bandite da enti territoriali campani, aziende sanitarie e agenzie regionali, attraverso la realizzazione di numerosi reati”.

L’accusa, in sostanza, è che in Campania l’Udeur cercava di conquistare più nomine possibili all’interno degli enti regionali per raccogliere voti attraverso assunzioni clientelari. Nel riportare la notizia, molti giornali non hanno potuto fare a meno di rilevare come l’associazione a delinquere messa in piedi da Mastella sia stata in passato il perno su cui Francesco Cossiga abbia poggiato l’intera operazione della Presidenza del Consiglio di Massimo D’Alema, abbia contribuito alle elezioni a Presidente della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, sia stata determinante per la nascita dei Governi dell’Ulivo e, in particolare, per l’ultimo Governo di Romano Prodi.

Questo significa che D’Alema, Prodi, Ciampi e Napolitano rischiano di essere coinvolti nell’associazione a delinquere realizzata da Mastella, dalla moglie e dagli altri 17 complici (la morte ha estinto l’eventuale reato di Cossiga)? Tutto può essere, visto che ormai non esiste limite all’esercizio dell’azione penale! Ma più incalzante dell’eventualità di un ennesimo processo alla storia di un pezzo della storia della Repubblica è un altro e più inquietante rilievo. Quello che fa riferimento alla concomitanza del rinvio a giudizio per associazione a delinquere di un partito accusato di aver effettuato nomine clientelari negli enti di una regione, con la stretta finale dei partiti nazionali sulle nomine nei grandi enti pubblici.

Come sono stati scelti gli attuali vertici di Eni, Enel, Poste, Terna e via di seguito, e come vengono identificati e nominati i loro successori? Esiste una differenza etica e giuridica tra i metodi clientelari applicati da partiti a livello nazionale e quelli dei partiti applicati a livello locale? E se l’associazione a delinquere scatta per le nomine all’Arpac (L’agenzia regionale per l’ambiente) della Campania, chi può escludere che non possa mai scattare per le nomine che i vertici dei partiti nazionali stanno in questo momento definendo per gli enti pubblici di livello nazionale?

Porre una questione del genere non è un modo indiretto di tentare di compiere una sorta di difesa d’ufficio di Clemente Mastella. È, più semplicemente, un modo per richiamare l’attenzione su un fenomeno che non è più la semplice invasione dei tradizionali territori della politica da parte della magistratura, ma è l’incalzare di una tendenza in atto nell’intera società nazionale. Quella che tende a trasformare la rappresentanza politica in rappresentanza criminale ed a sostituirla con quegli apparati dello Stato che, non fondando la loro legittimità sul consenso, rivendicano una legittimità superiore basata sulla legge.

Non importa se nei sistemi democratici il potere legislativo dovrebbe spettare a chi deve trovare la propria legittimazione nel consenso. La tendenza prevalente, come dimostrano le sentenze della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa o quella del Tribunale di Grosseto su un matrimonio gay, è di cambiare le leggi fatte dalle forze politiche affette dal virus del consenso clientelare in nome di una superiore eticità e purezza. Renzi e quei dirigenti politici che trattano le nomine in questi giorni, quindi, debbono sapere di correre sul filo del rasoio giudiziario. Basta una folata di vento appena contrario e rischiano di cadere nell’associazione a delinquere per pratiche clientelari. Oggi tocca a Mastella, domani può toccare a chiunque!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:27